Le coltivazioni di marijuana distruggono l’ecosistema in California (video)

Pubblicato il 22 Giugno 2013 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Le coltivazioni di marijuana distruggono l'ecosistema in California

Le coltivazioni di marijuana distruggono l’ecosistema in California

ROMA – Le coltivazioni di marijuana distruggono l’ecosistema in California. Le coltivazioni di marijuana in California stanno mettendo a rischio l’ecosistema e la vita stessa di alcune specie animali. Un articolo del New York Times (20 giugno) mostra come l’immagine della romantica pianta fuorilegge prediletta da figli dei fiori e amanti della natura incontaminata si stia rovesciando nel suo contrario: un caterpillar distruttore. Complice la confusa legislazione che regola la coltivazione di marijuana (è legale l’uso medicale in California, illegale a livello federale il consumo) il controllo sui coltivatori è minimo, anche perché molti restano fuori dalle regole.

La morte di un piccolo animale, una specie di donnola, raro e protetto, ha scatenato le proteste. E’ stato ucciso da un pesticida che funziona come gli anticoaugulanti d-Con usati contro i topi. Questa donnola è un innocuo pescatore del Pacifico: la stessa fine hanno fatto  gufi e civette, le contaminazioni sono cominciate quando i coltivatori di erba hanno iniziato a usare il d-Con per preservare le coltivazioni dai roditori delle forestedi campagna (wood rat).

L’allarme non è una fisima ambientalista. Basta dare un’occhiata a un video che immortala le immagini di Google Earth per rendersene conto (). Le cime delle colline sono state livellate per far posto ai terrazzamenti delle coltivazioni. Sono i bulldozzers ad avviare frane e smottamenti che erodono il profilo delle montagne. Tutta la terra sbancata ostruisce il corso di molti ruscelli, altri si inaridiscono per deviazioni a monte.

Resta poca acqua, la preziosa popolazione di salmoni (Coho, Chinook) è stata decimata. Un paesaggio sta andando in fumo? Gli agricoltori più anziani denunciano l’avidità dei nuovi arrivati, “It’s a gold rush”, la febbre dell’oro.