Impregilo e Salini si fondono: nasce gruppo da 4,5 miliardi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Giugno 2013 - 03:00 OLTRE 6 MESI FA
Impregilo e Salini si fondono: nasce gruppo da 4,5 miliardi

Pietro Salini (Foto LaPresse)

MILANO – A meno di un anno dalle infuocate assemblee che hanno portato al passaggio del controllo da Gavio a Salini, il principale ‘general contractor’ italiano Impregilo si avvia alla fusione con la società del costruttore romano, obiettivo da sempre dichiarato da Pietro Salini.

Con il sì ufficiale dei consigli di amministrazione e le assemblee straordinarie che saranno convocate in settembre, si formerà un gruppo da 4,5 miliardi di ricavi, con il recente piano industriale che conta di arrivare a 7,4 miliardi nel 2016. I Cda delle due società, iniziati a mercati azionari chiusi, si sono protratti più del previsto, anche perché si doveva approvare il cruciale prezzo di concambio: 6,45 azioni Impregilo ogni azione Salini.

L’operazione si svolge attraverso una ‘fusione inversa per incorporazione’ di Salini spa in Impregilo: i soci titolari di azioni ordinarie di Impregilo diversi dalla società incorporanda e i soci titolari di azioni di risparmio di Impregilo manterranno le azioni attualmente possedute.

Gli operatori di Borsa hanno atteso il concambio della fusione vendendo: in Piazza Affari Impregilo, con l’88,8% in mano a Salini dopo l’Opa, ha chiuso con una flessione del 4,9% a 2,62 euro. Dalla distribuzione del dividendo da 600 milioni di metà maggio, che i prezzi di concambio hanno ovviamente tenuto in forte considerazione, il titolo del general contractor è sceso del 40%, mentre da fine maggio il calo è del 13%.

I numeri del gruppo che si formerà dopo la fusione sono importanti per l’Italia, ma molto lontani dalla top ten dei costruttori europei e, ancora di più, mondiali. Le classifiche del settore contengono anche gruppi da business non del tutto omogenei, ma sono impietose: nel mondo i primi tre global contractor sono cinesi, cioè le due divisioni della China Railway da 79 e 77 miliardi di fatturato, seguite dalla China state engineering a quota 68, anche se solo una parte è generata dalle pure costruzioni.

Poi c’è il gigante francese Vinci a quasi 40 miliardi. E qui vengono le difficoltà, perché in Europa Impregilo-Salini andrebbe a prendersi il 21esimo posto della finlandese Yit corporation e nel mondo il 58esimo, davanti a Marie tecnimont (31esima nella classifica continentale, ma in discesa) e Astaldi (36esima). Lontani gli altri due gruppi ‘made in Italy’ Pizzarotti e Trevi, rispettivamente 79esimo e 80esimo.

Per questo la strategia di Salini è sempre stata la fusione: per competere nelle costruzioni – sulle quali il gruppo si concentrerà sempre più – bisogna avere dimensioni importanti. Il portafoglio ordini del gruppo che si chiamerà Salini Impregilo spa supererà i 20 miliardi di euro, con oltre 32mila dipendenti.

Il successo del progetto dipenderà anche dalla redditività dei cantieri, a partire dall’allargamento del Canale di Panama portato in dote da Impregilo e dalla costruzione delle diga etiopica sul Nilo blu che rimane uno dei lavori più importanti di Salini.