Con i soldi della Nuvola di Fuksas, a Londra ci rifanno nuovo Buckingham Palace

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Novembre 2016 - 06:16 OLTRE 6 MESI FA
Con i soldi della Nuvola di Fuksas rifanno nuovo Buckingham Palace

Con i soldi della Nuvola di Fuksas rifanno nuovo Buckingham Palace (foto d’archivio Ansa)

LONDRA – Con i soldi della Nuvola di Fuksas rifanno nuovo Buckingham Palace. La cifra è di 429 milioni di euro e non meraviglia che la residenza reale britannica abbia bisogno di un restauro: impianti elettrici e tubi di scarico vecchi e quando un Vip è ospite, non ha il bagno personale…

I capi di Stato sono sempre un po’ soggetti all’idea di recarsi per una visita di Stato nel Regno Unito: corteo in carrozza lungo il Mall a Buckingham Palace, l’attenzione al dettaglio e il favoloso banchetto di Stato in loro onore, scrive il MailOnline.

Infine, al termine di una giornata dal sapore fiabesco, si ritirano nella grandiosa stanza per gli ospiti, la Sala Orleans. A questo punto, potrebbero rimanere un po’ sorpresi: se vogliono utilizzare il bagno saranno costretti ad attraversare il corridoio. Gli illustri ospiti della regina, dall’imperatore e imperatrice del Giappone a Obama, per lavarsi i denti sono dovuti uscire sul corridoio per raggiungere il bagno.

Nessuna sorpresa, dunque, per gli ex ospiti della casa che Buckingham Palace dovrà fare un restaturo di 429 milioni di euro. Ma il bagno degli ospiti è solo uno dei problemi di un lungo elenco.

E’ il più grande restauro dopo la Seconda Guerra Mondiale; i lavori a Windsor, dopo l’incendio del 1992, costarono un quinto e richiesero meno tempo. Ma Buckingham Palace ha un impianto elettrico che risale al 1949, quando regnava Giorgio VI e in Gran Bretagna c’erano le razioni.

Clandon Park, il grande gioiello georgiano nel Surrey, offre una salutare lezione. L’anno scorso, è stato raso al suolo perché il National Trust non aveva sostituito un vecchio quadro di distribuzione elettrica. Allo stato attuale, il 92% dei quadri di distribuzione di Buckingham Palace hanno bisogno di una sostituzione.

Alcuni pezzi, ovviamente stanno crollando: non molto tempo fa la principessa reale, l’ha scampata per un pelo. Circa 20 anni fa, Nick Owell fu ricoverato dopo essere stato colpito da un grosso pezzo di intonaco caduto nella Ballroom mentre guardava il padre ricevere l’Ordine dell’Impero Britannico.

Nel 2002, al culmine del Giubileo d’Oro della regina, poche ore prima del grande concerto pop all’aperto in giardino, scoppiò un incendio in un attico del Palazzo proprio sotto due tonnellate di fuochi d’artificio che erano sul tetto, in vista del gran finale.

Per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’intero Palazzo è stato evacuato e l’incendio estinto.

Anno dopo anno, c’è stata una serie continua di riparazioni e non è raro trovare secchi sistemati in posizione strategica, al piano superiore, per evitare che l’acqua piovana colando rovini i sottostanti dipinti di valore inestimabile.

La regina ricorda bene quando il governo di John Mayor promise inizialmente di pagare i danni dell’incendio a Windsor ma, alla fine, furono i tour estivi al Palace a garantire i fondi. Due cose, da sempre, la infastidiscono: scompiglio nella routine reale e spese eccessive.

Questo restauro, prevede entrambi ma mettere “pezze” sulle crepe non può andare avanti, le riparazioni sono essenziali anche se la regina non vuole trasferirsi.

Persino le, credibili, minacce di un attacco dell’Ira negli anni ’90, non riuscirono a farla spostare.

Per il momento, il progetto di ricostruzione, prevede di iniziare i lavori nel suo appartamento privato nel 2025-26, anno in cui compirà 100 anni.

Il bilancio complessivo dei lavori è 13.000 volte superiore al prezzo dell’originario acquisto: Giorgio III nel 1761 comprò Buckingham House come abitazione privata.

Alcuni sostengono che la regina dovrebbe pagare i lavori di tasca propria, proprio come nel 1992, quando gli appartamenti di Windosor andarono a fuoco a causa di una lampada poggiata distrattamente da un operaio vicino a una tenda.

Ma, questa volta, Elisabetta II può aspettarsi una reazione del suo popolo più solidale. Prima di tutto non è la sola. Molte delle residenze più famose al mondo hanno problemi. Questa settimana è emerso che a causa di urgenti lavori di manutenzione, Donald Trump per accedere alla Casa Bianca, potrebbe dover aspettare un anno.

Il grande progetto, tuttavia, è la revisione di un altro palazzo, Westminster. Anche se è stata costruito molto tempo dopo Buckingham Palace, la maggior parte del Parlamento è in uno stato disastroso. Dalle fondamenta al tetto, ha bisogno di essere radicalmente rinnovato, al punto che i parlamentari rischiano di essere “sfrattati” per almeno sei anni.

E il disegno di legge per tutto questo? La sconcertante cifra di 4 miliardi di sterline potrebbe arrivare a 7 miliardi. Così il costo del quartier generale reale, sarà inferiore al 10% del disegno di legge che riguarda Westminster. E quest’ultimo è altrettanto importante per l’ identità nazionale e la democrazia inglese che funziona come lo stesso Big Ben, scrive il MailOnline.

E’ molto importante per l’economia. Secondo il sindaco di Londra, Buckingham Palace è la più grande attrazione turistica della capitale.
Anche se la regina poteva trovare i 429 milioni di euro, avrebbe dovuto vendere parecchi tesori nazionali che non le appartengono, non è la sua casa. Appartiene allo Stato.

I quartieri privati della regina e il duca di Edimburgo, sono solo dieci stanze su 775.

La maggior parte del Palazzo è costituito da uffici, accoglie le 300 persone dello staff amministrativo, necessarie per aderire alle esigenze di un capo di stato di 16 nazioni. Il resto è costituito da appartamenti di stato che, come suggerisce il nome, sono utilizzati per ospitalità degli Stati.

La maggior parte degli invitati, in questa parte del Palazzo, non sono leader mondiali ma 90.000 persone comuni che partecipano ai ricevimenti di investiture e cerimonie di premiazione.
A queste vanno aggiunte le 40.000 persone invitate ogni anno a una festa in giardino e ciò aiuta a capire quanto sia meno accogliente rispetto alle residenze ufficiali di molti altri capi di Stato.

Tutto ciò spiega perché la Regina e il Duca di Edimburgo non erano desiderosi di vivere a Buckingham Palace: a differenza di Windsor, non è stata veramente “una casa”.

Elisabetta II, si spostò nel Palazzo, solo nel 1936 dopo l’abdicazione di Edoardo VIII. Dopo lo scoppio della guerra, tre anni più tardi ha trascorso quasi tutta l’infanzia a Windsor o in Scozia a Balmoral.

Quando si è sposata, aveva appena finito i lavori a Clarence House dove avrebbero vissuto, ed è poi salita al trono.

Erano ansiosi di restare a Clarence House e fare i “pendolari” a Buckingham Palace. Inoltre, la Regina Madre, rimasta vedova da poco, era riluttante a trasferirsi.

Ma è stato Winston Churchill a porre il problema: era fermamente convinto che i reali avessero il dovere di vivere a Buckingham Palace e ci fu uno cambio di residenza reale.

Ancora oggi, la maggior parte del Palazzo sarebbe immediatamente riconoscibile agli occhi della regina Vittoria: in cucina gli chef utilizzano pentole di rame su cui è inciso “VR” (Victoria Regina). Ma il processo di modernizzazione non può essere più rimandato.

Buckingham Palace è più di un tesoro nazionale, più di una semplice Versailles britannica. È l’ultimo simbolo di continuità e stabilità in un mondo profondamente incerto, conclude il MailOnline.