Bruno Vespa: a Biagi non dissero nulla. Ma Lorusso (Fnsi)..

Pubblicato il 9 Aprile 2016 - 10:55 OLTRE 6 MESI FA
Bruno Vespa: nel '91 Saddam e Andreotti. Ma Lorusso (Fnsi)..

Bruno Vespa si difende dopo l’intervista a Salvo Riina e ricoda che nel ’91 Andreotti cercò di bloccare la sua intervista a Saddam. Lorusso (Fnsi) lo accusa duramente

ROMA –  Bruno Vespa e il figlio di Totò Riina, Salvo Riina, intervistato da Vespa a Porta a porta su Rai1 per il libro del giovane Riina, sono sempre al centro della polemica. Bruno Vespa che reagisce alle critiche ricordando, fra altri esempi riguardanti Michele Santoro, Sergio Zavoli e Jo Marrazzo, che Enzo Biagi intervistò Michele Sindona e i mafios Luciano Liggio e Tommaso Buscetta e il terrorista nero Stefano Delle Chiaie :

Bruno Vespa ha scritto una lettera al Corriere della Sera, in cui inizia così:

“Se Adolf Hitler risalisse per un giorno dall’ inferno e mi offrisse di intervistarlo, temo che dovrei rifiutare. Vedo, infatti, che dopo il ‘caso Riina’ vengono messi in discussione i parametri di base del giornalismo”.

Aggiunge un ricordo:

“Aveva ragione nel gennaio del ’91 il Governo Andreotti a voler bloccare (senza riuscirci) la mia intervista a Saddam Hussein alla immediata vigilia della prima Guerra del Golfo perché il dittatore iracheno era un nostro nemico?

“Chi ha intervistato per la Rai il dittatore libico Gheddafi o quello siriano Assad avrebbe dovuto puntare sui crimini commessi da entrambi invece di focalizzare il colloquio sulla loro politica estera?”.

Bruno Vespa si collega a precedenti noti:

“Ho rivisto i precedenti. Guardate su Internet l’attacco dell’intervista del 1982 di Enzo Biagi a Michele Sindona. Prima di entrare nel merito ci fu una piacevole introduzione sui pasti del detenuto e sulla qualità delle sue letture. L’avvocato Ambrosoli era stato ucciso tre anni prima. La Commissione antimafia — che già esisteva — non batté ciglio. Lo stesso Biagi intervistò liberamente Luciano Liggio, il maestro di Totò Riina, il capo dei capi dei primi anni Sessanta. E Tommaso Buscetta, che spiegò come funzionava la Cupola, ma non pianse certo pentito sulla spalla del grande giornalista. Altra intervista famosa fu quella di Biagi al terrorista nero Stefano Delle Chiaie. Non ricordo che siano stati parallelamente ascoltati i parenti delle vittime.

“Jo Marrazzo, grande cronista della Rai, intervistò il capo della ‘ndrangheta Giuseppe Piromalli e il capo della camorra Raffaele Cutolo. Ricevette meritati complimenti. Come li ricevette Sergio Zavoli per aver intervistato tutti i terroristi (non pentiti) disposti a rispondere alle sue domande. Trascuro l’esempio più recente e discutibile: Massimo Ciancimino, figlio di Vito, è stato a lungo ospite d’onore di Michele Santoro con ampia libertà di dire l’indicibile, prima di essere arrestato nel 2013. Mi piacerebbe che tutte queste interviste fossero riviste insieme per un sereno confronto. Forse avremmo qualche sorpresa. In ogni caso, il tema è chi si può intervistare nella Rai di oggi.
Se Riina padre fosse disponibile, pioverebbero giornalisti da mezzo mondo. E noi?

Nella lettera al Corriere, Bruno Vespa aggiunge di aver letto il libro e di aver

“informato quell’ eccellente professionista che è il nuovo direttore di Raiuno [Andrea Fabiano] che avremmo potuto mostrare per la prima volta il ritratto della più importante famiglia mafiosa della storia italiana vista dall’ interno. Decidemmo allora di far seguire all’intervista un dibattito con parenti delle vittime di Riina e con dirigenti di associazioni che coraggiosamente si battono contro la mafia. Così è avvenuto”.

Contro Bruno Vespa, senza perifrasi, si è espresso il segretario della Federazione nazionale della stampa (Fnsi, il sindacato dei giornalisti) Raffaele Lorusso:

“Quell’intervista è stata organizzata in un modo scellerato, un modo che non si può assolvere perché non è tollerabile che nel servizio pubblico venga consentito il lancio promozionale del libro del figlio del capo dei capi di Cosa Nostra”.

Lorusso era a Campobasso per il decennale dell’Assostampa Molise. Parlando dell’intervista di Riina a Porta a porta ha detto:

“E’ sconcertante che un qualsiasi cittadino, a cominciare dal Presidente del Senato, debba rilasciare una liberatoria prima di essere intervistato; invece al signor Riina è stato concesso di rilasciare la liberatoria dopo aver visionato l’intervista che sarebbe andata in onda. Abbiamo anche appreso che ci sarebbero state delle domande alle quali Riina si sarebbe rifiutato di rispondere. Ci chiediamo come mai tutto questo non si sia visto in tv. Credo che questa sia stata una brutta pagina di giornalismo”.