Carabiniere ucciso: Gasparri: la droga non va liberalizzata

Pubblicato il 3 Giugno 2016 - 11:26 OLTRE 6 MESI FA
Carabiniere ucciso: Gasparri: la droga non va liberalizzata

Carabiniere ucciso: Maurizio Gasparri (nella foto): la droga non va liberalizzata

ROMA – Carabiniere ucciso dai narcotrafficanti e liberalizzazione della cannabis: non c’è legame fra la morte del maresciallo Silvio Mirarchi e le istanze abolizionisteavverte Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato e chi sostiene il contrario, come il sen. Benedetto Della Vedova, “specula” in modo “spregevole”.

Gasparri, in una dichirazione diffusa dalla agenzia Ansa, ha affermato:

“È spregevole il comportamento del sottosegretario Della Vedova che specula perfino sull’uccisione del maresciallo dei carabinieri ucciso dai narcotrafficanti. Non è vero che legalizzare la cannabis ridurrebbe i proventi della criminalità. Se Della Vedova fosse onesto ammetterebbe che la vendita della cannabis rappresenta per la criminalità solo il 5 per cento del ricavato della vendita di droga. E di questo 5 per cento, ben il 70 è consumato da minorenni che comunque non potrebbero accedere agli irrealizzabili circuiti di droga legalizzata. Della Vedova si inchini di fronte a un carabiniere morto che offende con le sue contumelie. È una vergogna per l’Italia avere al governo un personaggio simile”.

Il sen. Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri e promotore dell’Intergruppo cannabis legale aveva scritto di Facebook:

“Il maresciallo Silvio Mirarchi, carabiniere, è stato brutalmente assassinato nelle vicinanze di una piantagione di marijuana a Marsala. Gli inquirenti dovranno indagare per capire se il movente sia diverso da quello che appare, naturalmente, ma tutto lascia per il momento supporre che l’omicidio sia legato proprio alla produzione illegale della cannabis. Se così fosse, avremmo il primo evidente segnale che il costoso e inutile proibizionismo su questa sostanza (l’osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha certificato ieri l’altro che il mercato della cannabis è in continua espansione) ci sta portando i narcos in casa.

“Il commercio di cannabis prodotta direttamente in Italia rappresenta un affare miliardario su cui le narcomafie, desiderose di diversificare i propri business, punteranno sempre più massicciamente. Legalizzare la cannabis toglie alla criminalità il mercato oggi più redditizio, evita processi e galera ai consumatori, consente di controllare le sostanze e rendere più credibile il contrasto al consumo dei minori. Inoltre dirotta quelli che oggi sono i sovraprofitti delle mafie al bilancio della stato attraverso imposte sul consumo, licenze, tasse e contributi di imprese e lavoratori lungo la filiera. La nostra proposta è chiara; non altrettanto quella di chi propone di proseguire come nulla fosse”,