Gran Bretagna: ad Huntingdon hanno paura dei polacchi. E ora…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Luglio 2016 - 07:01 OLTRE 6 MESI FA
Gran Bretagna: ad Huntingdon hanno paura dei polacchi. E ora...

Gran Bretagna: ad Huntingdon hanno paura dei polacchi. E ora…

HUNTINGDON – Nella tranquilla cittadina di Huntingdon, nel Cambridgeshire la gente ha paura e mostra il suo volto razzista. Ma di chi hanno paura? Dei migranti polacchi e infatti sugli zerbini delle loro case, sotto i tergicristalli delle auto, sono state trovate delle tessere plastificate su cui c’è scritto: “Basta con i polacchi parassiti” e “Vai a casa, feccia polacca”.

E messaggi di questo tipo sono stati lasciati anche in tre scuole frequentate da un gran numero di alunni con genitori polacchi. Si tratta di una cittadina tranquilla del Middle England, forse l’ultimo posto dove, secondo un articolo del Daily Mail, ci si potrebbe aspettare espressioni di tipo razzista.

Huntingdon sul referendum Brexit ha optato per il “Leave” e ora dopo il risultato che prevede l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, la comunità di migranti è scioccata, ha paura. Una decina di giorni fa, sono state depositate nelle buche delle lettere delle abitazioni dei polacchi, diverse centinaia di tessere plastificate su cui c’erano scritti degli insulti. La reazione d’orrore tra la comunità è ancora palpabile.

“Mi chiedo: come fanno queste persone a sapere dove vivono i polacchi?”, afferma Dlawar Kadir, che possiede il supermercato Grosik lungo la High Street, una fiorente attività specializzata nella vendita di cibo polacco. “Significa che siamo stati presi di mira, per questo la gente ha paura”. “Tutti ne parlano. La vita continua ma, per la prima volta da quando 15 anni fa sono arrivata in Inghilterra, mi chiedo se me ne andrò”.

La mamma di un’alunna di una delle scuole in cui sono stati lasciati i messaggi, afferma che la figlia tornando a casa ha chiesto: “Mamma, perché dovo andare in Polonia? Lei è nata qui, è inglese. Cosa posso dirle?”.

Molti polacchi, per esprimere la loro reazione usano la stessa parola:”triste”.

Anna Adamczak, 24 un’esperta di logistica per una ditta di attrezzature ospedaliere, ha detto:”Non penso che la maggior parte degli inglesi la pensino in questo modo. Spero sia solo un incidente”. Huntingdon era il collegio elettorale dell’ex primo ministro John Major, a favore del Remain.

Nella cittadina vivono 25.000 persone, nella periferia ci sono fabbriche che ne rappresentano la prosperità e che producono di tutto: dal cioccolato ad articoli di ingegneria di precisione. La ragione principale del voto a favore del “Leave”, sembra essere stata proprio l’immigrazione. L’unica preoccupazione degli elettori è se Theresa May (a favore del “Remain” durante la campagna prima del referendum) e favorita a diventare il capo dei conservatori britannici, sostenga l’uscita dall’Europa se dovesse diventare Primo Ministro.

“Abbiamo bisogno di un grande cambiamento”, ha detto il massaggiatore Barry Clayton, 57 anni. “Conosco molte persone che lavorano per la Border Agency a Dover. Tutti dicono che al momento non abbiamo praticamente controllo sull’immigrazione”. Ma non esita a condannare le carte plastificate:”Non mi oppongo a tutti i migranti. Ho lavorato con parecchi di loro e sono grandi”.

“Ho votato per il “Leave” e sono felice della mia decisione”, afferma Andy Hazelden, un supervisore ai rifiuti del Comune. “Dobbiamo controllare le nostre frontiere ma non possiamo essere razzisti. Qualcuno sta cercando di scatenare problemi”.

La comunità polacca della città, in una decina di anni è cresciuta di più di 2.000 persone. Oltre al Grosik e altri negozi, il sabato c’è una scuola dove i bambini nati in Gran Bretagna, imparano la loro cultura e la lingua d’origine. La fondatrice, Kate Chechinska, arrivata in Inghilterra nel 2005, ha ammesso che “per la prima volta abbiamo pensato “Non ci vogliono qui””.

“E’ come se il referendum abbia reso queste persone libere di dire quello che vogliono. Ma perché proprio qui? Huntingdon è una piccola città. Chi può fare cose come questa?”. E la preside della scuola, Kristina Rutkowska, ha aggiunto: “So che ad alcuni bambini è stato detto: “Torna in Polonia””.

L’identità della persona che ha realizzato le carte plastificate rimane sconosciuta ma alcuni polacchi alludono a un movente: l’invidia per la loro dedizione al lavoro. Magda, che ha chiesto di rimanere anonima, ha conseguito un master presso una università polacca e lavora nella fabbrica di cioccolato per appena 1.000 sterline al mese.

Ha detto: “La nostra fabbrica, senza i polacchi non esisterebbe. Stiamo lavorando, pagando i nostri contributi, e non cerchiamo di creare una comunità separata, ma essere parte integrante della loro. È per questo che sono scioccata”.

Kadir, di ritorno dal Grosik ha detto:”Ho aperto due negozi e altre aziende. Sapete com’è, lavoro dalle 7 a mezzanotte” ed ha aggiunto:”Gli inglesi hanno il diritto di votare come meglo credono. Ma mettere una carta plastificata nella cassetta delle lettere è un gesto davvero forte”. “La cosa peggiore è che ora non vi è alcun chiaro messaggio dei politici sul nostro futuro in questo paese. Cosa faremo?”.