I fermenti lattici dello yogurt aiutano a combattere l’obesità e il diabete

Pubblicato il 18 Ottobre 2009 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA

yogurtSarebbero i bifidobatteri stando a un recente studio finlandese i nemici giurati di obesità e diabete. Si tratta degli ormai celeberrimi fermenti lattici che compaiono in tutte o quasi le pubblicità di yogurt e simili.

I ricercatori finlandesi hanno valutato la flora intestinale di bambini di un anno di età per poi riesaminarli dopo qualche tempo: ebbene, a 7 anni i bimbi che da piccoli avevano molti bifidobatteri nell’intestino erano normopeso, quelli in cui prevaleva il batterio “cattivo” stafilococco avevano almeno 4 chili in più.

L’alimentazione, attraverso il consumo di probiotici come tali o di cibi che ne favoriscono lo sviluppo (gli alimenti ricchi in fibre vegetali come frutta, verdura e cereali integrali) può avere perciò un ruolo importante nella prevenzione e nella cura di obesità e diabete, le due epidemie del nostro secolo: se ne è parlato a Riccione durante il Congresso Panorama Diabete della Società Italiana di Diabetologia, dove una giornata di lavori è stata dedicata proprio agli effetti preventivi e terapeutici di ciò che mangiamo.«In passato pensavamo che la flora intestinale “buona” ovvero i probiotici o fermenti lattici, esercitasse i suoi effetti positivi solo a livello locale, sulla mucosa intestinale» spiega Rosalba Giacco, ricercatrice dell’Istituto di Scienza dell’Alimentazione del CNR di Avellino: «Oggi sappiamo che i fermenti lattici producono acido acetico, propionico e butirrico: i primi due vanno nella circolazione sanguigna e regolano la produzione epatica di glucosio e grassi come colesterolo e trigliceridi, l’acido butirrico “nutre” e protegge le cellule intestinali».

Al contrario «gli obesi hanno una flora intestinale completamente diversa da quella di chi è magro. E quando perdono peso, la flora si modifica e aumenta la quantità di batteri buoni», riprende Giacco, «i batteri intestinali possono perciò avere un ruolo rilevante nel prevenire l’obesità e anche il diabete, grazie alla loro azione regolatrice sull’assorbimento dell’energia dagli alimenti: riducono infatti del 2 per cento l’introito energetico, e questo nell’arco di anni e decenni può  fare la differenza fra il restare normopeso o mettere su qualche chilo di troppo».

.