Mo: cammino tortuoso verso l'unità palestinese

Pubblicato il 4 Maggio 2011 - 20:01 OLTRE 6 MESI FA

GAZA – E' stato un cammino accidentato – tuttora soggetto a non poche incognite in termini di risultati concreti – quello che ha condotto oggi alla cerimonia di 'riconciliazione' del Cairo tra le fazioni palestinesi rivali. Un percorso che ha seguito – negli ultimi due anni – i numerosi 'stop and go' degli sforzi di mediazione egiziana, dopo il naufragio di un primo tentativo saudita. E che giunge a compimento dopo la firma apposta nei giorni scorsi dagli islamico-radicali di Hamas (e da altre formazioni minori) alla bozza d'accordo egiziana sottoscritta gia' molto tempo fa dai laici di Al Fatah: il partito del presidente dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen (Mahmud Abbas). Ecco di seguito alcune delle tappe piu' significative della lunga trattativa: – Ottobre 2009: Hamas rinvia sine die, all'ultimo momento, la firma di un documento di riconciliazione elaborato sotto l'egida dell'Egitto e gia' siglato dal Fatah. – Febbraio 2010: le fazioni provano a riannodare il dialogo in una riunione collettiva promossa nel quadro della visita nella Striscia di Gaza di Nabil Shaath, la prima di un notabile del Fatah da quasi tre anni nell'enclave espugnata sanguinosamente da Hamas nel 2007. Non ne sortisce nulla. – Settembre-novembre 2010: un altro emissario del Fatah, Azzam al-Ahmad, si reca per due volte a Damasco, per incontrare il capo del politburo di Hamas, Khaled Meshaal, nel suo rifugio siriano. Si annuncia la ripresa dei negoziati, ma senza scadenze precise. – Febbraio 2011: il presidente egiziano Hosni Mubarak e' costretto a dimettersi dalla sollevazione popolare. Il ruolo di mediazione dell'Egitto sembra arenarsi. – Marzo 2011: il giorno 15 decine di migliaia di palestinesi scendono in strada nella Cisgiordania controllata dall'Anp, ma soprattutto nella Striscia di Gaza, per sollecitare ''la fine delle divisioni''. Le fazioni cercano di cavalcare l'onda; nella Striscia prende tuttavia piede un movimento giovanile indipendente che alla fine deve subire la repressione dei miliziani di Hamas, ma resta attivo. – Marzo 2011: il capo del governo di fatto di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh lancia un appello ad Abu Mazen per un incontro a quattr'occhi. Il giorno dopo Abu Mazen risponde dicendosi pronto ad andare a Gaza per suggellare la riconciliazione ''anche domani''. Hamas esprime apprezzamento e torna a rivolgersi al leader dell'Anp come al ''presidente'', dopo averne disconosciuto il ruolo per anni in seguito al rinvio delle elezioni. Tuttavia le porte della Striscia restano chiuse nelle settimane successive mentre risale violentemente, fino ai primi di aprile, la tensione militare di confine fra il territorio controllato da Hamas e Israele. – Aprile 2011: Abu Mazen e' ricevuto il giorno 7 al Cairo per la prima volta dopo la 'rivoluzione' di febbraio dal maresciallo Hussein Tantawi, capo della giunta militare provvisoria succeduta a Mubarak. L'Egitto rimette sul tavolo la sua proposta di mediazione e si rilancia come interlocutore. – Aprile 2011: con una mossa a sorpresa, una delegazione di Hamas guidata dal numero 2 del politburo, Mussa Abu Marzuk, raggiunge il Cairo per incontrare sotto gli auspici egiziani una delegazione di Fatah guidata da Azzam al-Ahmad. E nel giro di poche ore accetta infine di firmare l'accordo di riconciliazione sulla base del testo lasciato cadere nel 2009. L'intesa prevede la formazione di un governo tecnico di unita' nazionale incaricato di convocare elezioni legislative e presidenziali entro un anno, lasciando ad Abu Mazen il compito di proseguire nel frattempo nell'azione diplomatica per il riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente entro i confini del 1967 (Cisgiordania, Striscia di Gaza, Gerusalemme est capitale).