Radio Radicale: si dimette Bordin dopo 19 anni di direzione. Polemico con Pannella

Pubblicato il 10 Luglio 2010 - 18:48 OLTRE 6 MESI FA

Marco Pannella

Massimo Bordin si sente ”un direttore sfiduciato” che non può quindi ”contare sulla pienezza di mandato necessaria non solo con gli interlocutori esterni ma anche e soprattutto con la redazione”. Con queste parole  il direttore di Radio Radicale spiega le dimissioni, annunciate venerdì 9 luglio, in una lettera al Cdr che Marco Pannella ha pubblicato sulla sua pagina Facebook.

In sella per 19 anni, impegnato tutte le mattine nelle sue seguitissime rassegne stampa, Bordin ha comunicato le dimissioni, esecutive dal 1 agosto prossimo, dopo averle presentate all’amministratore del Centro di Produzione Paolo Chiarelli. Marco Pannella ha postato su Facebook la lettera di Bordin al Cdr, così come il suo commento (contenuto in una lettera inviata sempre al Cdr) in cui lo invita a ”resistere” e ”non abbandonare il suo posto di lotta che ha fatto di lui il radicale più noto e apprezzato di me e della stessa Emma Bonino”.

”Da editore – scrive Pannella – torno a rinnovarti la mia pienissima fiducia come direttore, e la mia speranza anche nel compagno radicale in un contesto in cui continuare ad esserlo non è da tutti”. Bordin spiega di essere stato ”costretto” a dimettersi ”da alcune prese di posizione dell’editore della radio, che ho sempre considerato editore di riferimento politico da prima ancora che divenisse proprietario di fatto. Da almeno due anni Marco Pannella ha più volte pubblicamente dichiarato che non si sente rappresentato dal modo in cui viene espressa la linea editoriale della radio”.

Affermazioni intese come ”una mozione di sfiducia” nei suoi confronti. ”Posso ritenere ciò immeritato, perfino infondato – scrive -, ma non posso pretendere di far cambiare idea a Pannella e non so nemmeno se ne avrei comunque voglia. Il fatto che Pannella abbia sempre aggiunto che in ogni caso intende stare a vedere come evolverà la situazione senza prendere alcuna decisione, non migliora la mia situazione”.

”Va bene – prosegue Bordin – che tutti dobbiamo essere pronti a metterci in discussione, va bene che gli esami non finiscono mai, ma c’è un limite a tutto e qui si sta esagerando – sottolinea Bordin – Dunque le mie dimissioni da direttore sono irrevocabili. All’editore che, in prima battuta, mi ha comunicato che intendeva respingerle, ho dovuto rispondere che una simile decisione non era concretamente nella sua disponibilità”.

Ma lo spiraglio di un altro incarico resta aperto: ”Se la proprietà ha, come ha detto l’amministratore, interesse ad avanzare una proposta, la avanzi. Io a questo punto ho una sola richiesta da fare: la liquidazione delle mie spettanze. E credo che sarà semplice mettersi d’accordo”. Da parte sua Pannella rinnova la sua fiducia a Bordin e definisce la sua motivazione ”destituita di qualsiasi serio fondamento”, in quanto ”la concezione di Radio Radicale era ed è tale da non permettere all’editore anche solo di auspicare (per non dire altro) dal direttore di RR una condivisione della mia personale linea politica nell’ambito di quelle esistenti nell’area”.

Secondo Pannella, ”se Bordin fosse editore, potrebbe certamente avere un diverso, più tradizionale, modo di esserlo. Ma non lo è e non può dire comunque che il suo editore opera secondo una sua propria concezione, e sfiduciarlo, o protestarsi come sfiduciato se mi limito a proclamare il mio diverso, e liberale, modo di esserlo e quindi, manifestamente, confermare a Bordin una forma e una pienezza di autonomia nell’esercizio della sua responsabilità di direttore”. Pannella spiega di aver quindi ”convenuto” con Chiarelli di chiedere a Bordin, ”reiteratamente, di costruire insieme le forme del proseguimento della vita di Radio Radicale, nel venir meno dopo decenni della sua direzione e rassegna”.