Sequestro sito web: in Italia si fa, Cassazione deciderà, Costituzione direbbe no

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Ottobre 2014 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA
Sequestro sito web: in Italia si fa, Cassazione deciderà, Costituzione direbbe no

Sequestro sito web: in Italia si fa, Cassazione deciderà, Costituzione direbbe no (foto Lapresse)

ROMA – Si può sequestrare preventivamente un sito web o anche solo una parte, ad esempio un articolo o una foto, in Italia? A leggere la Costituzione si direbbe di no ma sempre più numerosi sono i magistrati che lo fanno. Urge chiarire. Informa l’agenzia di stampa Agi che

“saranno le sezioni unite penali della Cassazione a sciogliere il nodo dell’ammissibilità del sequestro preventivo, mediante “oscuramento” anche parziale, di un sito web, nell’ambito di indagini per diffamazione”.

Il caso più clamoroso fu quello della foto fake di una presunta Laura Boldrini, presidentessa della Camera, a petto nudo.

Della vicenda non si è saputo più nulla: la foto era bella, la donna era bella, non è reato né disdicevole andare su una spiaggia a petto nudo. Fu uno dei primi eventi successivi all’installazione della Boldrini sulla poltrona della terza carica dello Stato, grazie alla sprovvedutezza di Pierluigi Bersani.

Ora si dovrebbero avere idee più chiare. La prima sezione penale della Suprema Corte, con un’ordinanza depositata giovedì 30 ottobre, ha rimesso il caso alle sezioni unite, che nei prossimi mesi decideranno sulla materia.

Due i quesiti di diritto a cui gli alti giudici dovranno rispondere: il primo chiede “se sia ammissibile il sequestro preventivo, mediante ‘oscuramento’, anche parziale, di un sito web”; nel caso la risposta fosse affermativa, con il secondo quesito si chiede di stabilire “se sia ammissibile il sequestro preventivo, mediante ‘oscuramento’, della pagina web di una testata giornalistica telematica registrata”.

Il caso è stato sollevato nell’ambito di un ricorso presentato da Alessandro Sallusti, direttore del ‘Giornale’, e da un giornalista dello stesso quotidiano, dopo che il Riesame di Monza aveva confermato un decreto con cui il gip, nel marzo scorso, aveva disposto il sequestro preventivo, mediante ‘oscuramento’, di una pagina del sito web ‘ilgiornale.it’ contenente un articolo che un giudice di Cassazione aveva ritenuto diffamatorio nei suoi confronti presentando querela.

L”oscuramento’ – eseguito dal webmaster del sito – era stato confermato dal tribunale del Riesame di Monza, la cui ordinanza è stata impugnata in Cassazione dai difensori dei due giornalisti. Nel ricorso alla Suprema Corte, la difesa lamentava “lesione del diritto costituzionale di manifestazione del pensiero e della libertà di stampa”: la prima sezione penale, per evitare il sorgere di un “contrasto giurisprudenziale rispetto agli ordinamenti censiti nella giurisprudenza di legittimità”, ha investito della questione le sezioni unite.