“Sindrome della chirurgia plastica”: le coreane si rifanno gli occhi

Pubblicato il 16 Novembre 2011 - 15:41 OLTRE 6 MESI FA

SEOUL – «Mi promette di fare un bel lavoro con i miei occhi?». Questa frase può essere ascoltata senza difficoltà, in diversi momenti, in certi quartieri chic di Seoul, dove negli ultimi anni i centri di chirurgia plastica sono spuntati come funghi. Nella capitale asiatica le operazioni sono aumentate in maniera esponenziale come pure lo sguardo della società nei confronti di questo fenomeno. Se per lungo tempo la società coreana ha rifiutato apertamente questa pratica in base insegnamenti del confucianesimo (ideologicamente contrario anche alla cremazione o al dono degli organi), ormai la chirurgia plastica è diventata un fenomeno accettato e perfino banale.

Intorno alla stazione metro di Apgujeong si sviluppa la «cintura della bellezza», una miriade di centri chirurgici che si succedono nei quartieri sofisticati del sud Seoul. Dai muri delle strade svettano pubblicità che vantano i benefici di questa o quell’altra clinica: «Dove ti sei fatta fare quel mento? E quel naso?». Sempre da queste parti non è raro incontrare pazienti che fanno shopping dopo essersi sottoposte ad un trattamento, il volto ancora coperto di bende o gli occhi coperti da occhiali protettivi dopo un’operazione alle palpebre.

La crescente passione dei coreani per la chirurgia plastica e la parallela banalizzazione del discorso medico hanno contribuito ad un fenomeno che ormai può definirsi di massa. Una ricerca del 2009 ha mostrato che a Seoul una donna su cinque tra i 19 e i 49 anni ha subito un trattamento di chirurgia estetica. La maggior parte di queste operazioni sono volte a modificare la conformazione delle palpebra ed è pratica comune che i genitori offrano alla figlia un’operazione agli occhi quando questa passa l’esame di ammissione all’università.

Molte donne coreane, ma la pratica è diffusa anche in Cina, vogliono la «doppia palpebra», comune nella conformazione dell’occhio occidentale a differenza di quello orientale. La procedura chirurgica consiste in una piccola piega che viene aggiunta sulla palpebra superiore dell’occhio, creando appunto l’effetto della «doppia palpebra». La diffusione di quest’operazione è tale che nelle strade di Seoul la maggior parte delle donne sembra oggi avere la conformazione «occidentale», quando statisticamente solo una su cinque nasce nel paese con questa tipologia.

E mentre la società si apre sempre di più nei confronti della pratica, mentre i centri di chirurgia sfruttano sempre più l’inesauribile trend commerciale, la chirurgia diventa sempre più estrema. Certi tipi di chirurgia maxillo-facciale (che prevede la rottura e il seguente riassemblaggio della mandibola superiore e inferiore) non sono oramai più tabù per quelle donne coreane che non sono soddisfatte del loro naso o della linea delle loro guancie. I rischi legati ad una pratica troppo «disinvolta» della pratica chirurgica hanno addirittura spinto il governo coreano ad un’azione pedagogica nelle scuole. Il Ministero dell’Educazione ha recentemente pubblicato un libretto che mette in guardia gli studenti liceali dalla «sindrome della chirurgia plastica».