Stragi 92-93, audizione Capriotti: Mai conosciuto colonnello Mori

Pubblicato il 12 Aprile 2011 - 18:03 OLTRE 6 MESI FA

Roma – Audizione in gran parte secretata in commissione bicamerale Antimafia per Adalberto Capriotti, ex dirigente del Dap, (Dipartimento degli affari penitenziari). L'ex procuratore di Trento è stato ascoltato oggi nell'ambito dell'inchiesta sui grandi delitti e le stragi di mafia degli anni 1992-1993. Capriotti subentrò infatti a Nicolò Amato nella gestione delle carceri italiane nel periodo definito 'oscuro' tra il governo Ciampi e Cosa nostra, tra Stato e Antistato. Al centro dell'audizione di oggi la nota che l'ex magistrato presentò all'allora ministro della Giustizia, Giovanni Conso. Nel documento, firmato da Capriotti il 26 giugno, pochi giorni dopo la sua nomina avvenuta improvvisamente il 4 giugno, si suggeriva di diminuire del 10% il numero dei boss sottoposti al carcere duro del 41 bis e di revocare il regime speciale per le figure di secondo piano. Dopo quella data si susseguirono una serie di stragi. E proprio ogni volta che in bicamerale si nomina la nota gli schermi di Palazzo san Macuto si oscurano, dando avvio all'audizione secretata. Se quel documento l'abbia scritto o solo firmato Capriotti, quindi, non è dato saperlo. L'anziano ex magistrato ha chiarito il rapporti con il vicedirettore del Dap, Ciccio Di Maggio, anche egli nominato a sorpresa pochi giorni dopo Capriotti, l'8 giugno del 1993. "Quando arriva al Dap – ha affermato l'ex dirigente delle carceri italiane – Di Maggio era già lì. A causa del suo carattere non avevamo un rapporto affettuoso e collaborativo". Sulle eventuali "proroghe-proposte sul regime del 41 bis", firmata dall'allora colonnello Mario Mori, Capriotti ha sottolineato che "non ho mai conosciuto né visto in alcuna riunione questo colonnello Mario Mori". La nota divenne esecutiva dal primo novembre e lasciò decadere i primi 140 decreti 41 bis per altrettanti mafiosi, che, tra novembre '93 e gennaio del '94, saliranno a circa 400.