Stupri su bimbi Afghanistan, soldati Usa obbligati a tacere

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Settembre 2015 - 14:39 OLTRE 6 MESI FA
Stupri su bimbi Afghanistan, soldati Usa obbligati a tacere

Soldati americani in Afghanistan

NEW YORK – Testimoni di stupri sui bambini, impossibilitati a denunciare. Altrimenti avrebbero avuto la carriera rovinata. “Durante la notte li sentivamo gridare, ma non potevamo far nulla. Non ci era permesso”: è la testimonianza di alcuni militari americani in Afghanistan raccontata da un’inchiesta del New York Timesche si basa sulle parole di diversi ex militari.

Uno di questi, il caporale Gregory Buckley, ucciso in una base militare americana nel 2012, raccontò al padre di aver sentito in più occasioni i poliziotti afghani abusare sessualmente i bambini portati alla base. “Durante la notte li sentivamo gridare, ma non potevano far nulla. Non ci era permesso”, disse al padre il quale lo esortò a dirlo ai suoi superiori. “Mio figlio lo fece, ma loro risposero di volgere lo sguardo dall’altra parte perché faceva parte della cultura locale”.

Gli stupri di bambini sono una piaga dilagante in Afghanistan, in particolare tra i comandanti militari che dominano le zone rurali e possono opprimere la popolazione, fa notare il New York Times. La pratica viene chiamata ‘bacha bazi‘ (letteralmente ‘gioco su bambini’) e i soldati e marine americani sono stati istruiti a non intervenire, in alcuni casi neanche quando gli alleati afghani abusavano dei ragazzini nelle basi militari.

Gli abusi sono proseguiti anche mentre le forze americane reclutavano i soldati afghani per addestrarli a combattere contro i talebani. Ma i soldati e i marine sono stati turbati dall‘impossibilità di denunciare i pedofili mentre in alcuni casi li armavano e li piazzavano a capo di villaggi.

“Il motivo per cui eravamo lì era per le terribile cose che sapevamo i talebani facevano contro la popolazione, abusando dei diritti umani”, ha detto Dan Quinn, ex capitano delle forze speciali americane che una volta picchiò a sangue un comandante delle milizie sostenute dagli americani che teneva un ragazzino incatenato al letto come ‘schiavo del sesso’.  “Ma stavamo dando il potere a persone che commettevano cose peggiori dei talebani, come mi dissero anche gli anziani del villaggio”, ha aggiunto.

La politica di istruire i soldati a ignorare i pedofili tra le forze afghane è ora sotto esame soprattutto dopo che è emerso che alcuni dei militari che hanno disobbedito a quegli ordini hanno subito azioni disciplinari, come il capitano Quinn e, in alcuni casi, hanno avuto la carriera rovinata.