Terrorismo. Gasparri chiede a Renzi di sospendere la legge anti tortura e spendere più euro per le forze dell’ ordine

Pubblicato il 18 Luglio 2016 - 06:49 OLTRE 6 MESI FA
Terrorismo. Gasparri chiede a Renzi di sospendere la legge anti tortura e spendere più euro per le forze dell' ordine

Terrorismo. Gasparri chiede a Renzi di sospendere la legge anti tortura e spendere più euro per le forze dell’ ordine (foto ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI)

Terrorismo, per combatterlo servono leggi speciali “a livello globale” e, in particolare, in Italia, secondo Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, si deve sospendere la approvazione della legge sulla tortura che

“apparentemente è contro la tortura, in realtà è tesa a paralizzare l’azione delle forze di polizia”.

Secondo Gasparri, “Renzi dà luogo a incontri pletorici e inutili con tutti i capigruppo senza assumere impegni chiari per la lotta al terrorismo e alla criminalità. Vuol fare qualcosa di concreto? Chieda che si levi dall’ordine del giorno di martedì al Senato una legge che mortifica uomini e donne in divisa”

e invece

“dedichiamo la seduta di martedì a discutere di una risoluzione che chieda all’Ue di consentire agli Stati membri lo sforamento del bilancio per spese destinate alla sicurezza e il controllo del territorio. Abbiamo bisogno di più personale sulle strade, di più tecnologia e tutto questo costa. L’Europa stessa si deve difendere e non può pensare di imporre regole demenziali sui bilanci e far dilagare il caos e la morte all’interno dei nostri confini.

“Cambiare l’ordine del giorno sarebbe salutare: dalle norme anti polizia a quelle per la sicurezza. Nello stesso tempo Renzi annunci la fine di EuNavFor Med. I sindaci di ogni colore si ribellano al trasporto continuo di clandestini, con uno spreco di risorse gigantesco. Ci sono cose concrete da fare. Il resto è teatrino che serve solo a Renzi per avere alibi. Non vogliamo più l’Italia di Renzi e dei suoi cognati”.

Sempre secondo Maurizio Gasparri,

“servono leggi speciali a livello globale contro il terrorismo. Controlli, trattenimento di persone sospette, verifiche capillari nelle comunità islamiche in Occidente, iniziative militari internazionali per porre fine allo Stato islamico e a tutte le sue diramazioni in Libia, in Nigeria, ovunque. Senza esitazioni, senza ipocrisie o ambiguità.

“Chi teme reazioni prenda atto che siamo in guerra, che in nome dell’ Islam gruppi organizzati o esaltati isolati seminano morte ovunque. Bisogna anche bloccare flussi continui e incontrollati di immigrazione, che alimentano caos e tensioni. Non possiamo farci massacrare arrendendoci alla follia dei fanatici. Li dobbiamo affrontare e sgominare”.