Gli animali si “drogano”, come gli uomini

Pubblicato il 1 Luglio 2011 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA

foto Ap/Lapresse

BALTIMORA, STATI UNITI – Fumare una “canna” sarà illegale ma è ormai abbastanza comune. Non solo fra gli uomini. Ora il neuroscienziato americano David Linden della John Hopkins University di Baltimora ha scoperto che a loro modo anche gli animali cercano stati di alterazione più o meno efficaci.

“Dopo un’intera giornata passata nella giungla o nel deserto –  si chiede Linden – si può biasimare un uccello che ingoia qualche bacca fermentata che gli dà un senso di benessere? La risposta è no”. Proprio come gli esseri umani, gli animali ”volontariamente e ripetutamente consumano piante e funghi psicoattivi”, sostiene Linden.

Nel suo nuovo libro The Compass of Pleasure (Il Compasso del Piacere), lo scienziato elenca una lunga serie di animali in libertà che si fanno l’equivalente dell’umano spinello: la lista di Linden include uccelli, elefanti, scimmie che scavano nel terreno alla ricerca di bacche fermentate, cinghiali africani, porcospini e gorilla che mangiano la pianta allucinogena iboga.

Non mancano le capre che ”si fanno” masticando chicchi di caffè selvatico e, per tutti, quando lo trovano, il ”fungo magico” amanita muscaria, usato anche dagli uomini, dice Linden, come allucinogeno fin da seimila anni fa.

Si legge nel libro dello scienziato: ”Ma siamo veramente sicuri che a questi animali piacciono gli effetti psicoattivi di quello che ingeriscono, o mangiano bacche, piante e funghi allucinogeni senza nemmeno accorgersene mentre si nutrono dei loro cibi preferiti? Dopo tutto la frutta fermentata, per esempio, è buona e nutriente. Difficile dirlo, ma svariate ricerche hanno dimostrato che gli effetti psicoattivi ricavati sono la motivazione principale. Si è infatti notato che spesso solo una piccola parte di piante e funghi viene consumata, dal che si deduce che l’effetto nutritivo è minuscolo, mentre è grande l’effetto psicoattivo”.