Antartide, si stacca iceberg Larsen C: è grande quanto la Liguria, allerta climatica globale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Luglio 2017 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA
Antartide, si stacca iceberg Larsen C: è grande quanto la Liguria, allerta climatica globale

Antartide, si stacca iceberg Larsen C: è grande quanto la Liguria, allerta climatica globale

ROMA – Un iceberg grande quanto la Liguria si è staccato dall’Antartide il 12 luglio. Una massa di ghiaccio spessa 200 metri e che si estende per oltre 5mila chilometri quadrati di superficie fa scattare l’allerta climatica globale. Larsen C, questo il nome dell’isola di ghiaccio, era un sorvegliato speciale da quando lo scorso 6 luglio appariva legato alla banchisa antartica da appena 5 chilometri di ghiaccio. L’iceberg ora andrà a sciogliersi in mare, contribuendo inevitabilmente all’innalzamento delle acque, e avrà un impatto di entità conosciuta anche sui cambiamenti climatici.

Roberto Antonini su La Stampa scrive che l’allarme era stato lanciato dalla metà di maggio, quando i ricercatori del progetto Midas, Impact of Melt on Ice Shelf Dynamics And Stability, dell’università di Swansea, che monitora la situazione in Antartide ormai dal 2014:

“Quello che si è staccato è un iceberg esteso quanto la Liguria, uno dei più grandi mai registrati: secondo le rilevazioni del satellite CryoSat dell’Esa – dedicato allo studio dei ghiacci polari – precedenti al distacco la massa di ghiaccio dovrebbe essere spesso 190 metri arrivando in alcuni punti a un massimo di 210 metri, contenendo qualcosa come 1.155 chilometri cubi di ghiaccio. Dimensioni titaniche che però non sono una novità per l’area. Infatti parte della piattaforma Larsen B (3.250 kmq) si è staccata nel 2002 mentre Larsen A (1.500 kmq) se ne andò nel 1995. Con il distacco della C il fronte del ghiacciaio che l’alimentava raggiungerà la posizione più arretrata che abbia mai raggiunto”.

Il distacco di questa isola di ghiaccio avrà come primo impatto quello dell’innalzamento dei livelli del mare, ma non è escluso che questo evento possa avere ripercussioni sul clima:

“Da quando monitoriamo questi distacchi, ed è solo da qualche decennio, abbiamo che sono eventi piuttosto rari- spiega Carlo Barbante, direttore dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Cnr e docente all’Università Ca’Foscari di Venezia- è difficile dire quindi se sono un effetto del riscaldamento antropico o della variabilità naturale o più probabilmente di un insieme delle due cose. Quello che risulta difficile sapere oggi è quale possa essere l’eventuale contributo antropico. Sta di fatto che tutto l’Antartide occidentale si sta riscaldando velocemente, provocando la fusione delle piattaforme glaciali”.

Cosa succederà ora? Senz’altro il panorama dell’Antartide subisce un cambiamento radicale e il gigante di ghiaccio inizierà a muoversi attraverso i mari. Quale la direzione più probabile? “Non è dato sapere quale direzione prenderà il gigantesco iceberg- segnala Barbante- Molto probabilmente si frazionerà in parti più piccole andando poi a fondere nelle acque più calde alle latitudini minori”. Non dovrebbero esserci rischi per la navigazione, visto che nell’area il traffico è piuttosto basso e quindi la probabilità che ci sia una collisione è ridotta, e poi perché generalmente questi iceberg restano confinati all’interno della corrente circumpolare antartica che circonda tutto il continente, quindi difficilmente riescono a uscire da lì. Ad ogni modo, segnalano dal programma Earth explorer CryoSat Esa, i satelliti del ghiaccio insieme a quelli del programma Copernicus Sentinel-1 continueranno a seguire la sorte della massa di ghiaccio, la direzione che prenderà e i cambiamenti che subirà, incluse ulteriori frammentazioni.

Il disastro climatico però è dietro l’angolo, dato che con il distacco di Larsen C viene via la barriera che rallentava lo scorrimento del ghiaccio in mare dall’Antartide:

“Verrà a mancare una porzione di calotta che esercita una sorta di barriera allo scorrimento del ghiaccio continentale verso il mare. Mancando questa sorta di ’tappo’ c’è il rischio che la velocità con cui il ghiaccio fluisce verso il mare aumenti considerevolmente”, conclude Barbante.