Blocco traffico, per il Cnr il fermo delle auto non serve contro lo smog

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 15 Gennaio 2020 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA
blocco traffico foto ansa

Foto Ansa

ROMA – Il direttore dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr, Cinzia Perrino, spiega in un’intervista a Repubblica che il blocco del traffico incide davvero poco sull’inquinamento atmosferico. La Perrino usa un esempio molto semplice: “Metti tanti fumatori in una stanza chiusa e chiedi ad un paio di smettere di fumare. Forse ci sarà un po’ meno fumo, ma finché non verrà aperta la finestra le cose cambieranno pochissimo”.

A preoccupare in questo inverno di bassa pressione è lo smog che sta soffocando la Pianura Padana e città come Torino o Milano: qui, i livelli di Pm10 sono impressionanti e costanti. Ad essere coinvolta è anche Roma, dove la sindaca Raggi ha deciso di vietare il traffico anche alle auto Euro 6. Le giornate di grande stop come quelle che stiamo vivendo sembrano quindi incidere poco sulla qualità della nostra aria? A giudicare da quanto detto dalla Perrino assolutamente no. 

Il direttore dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico, nell’intervista a Repubblica spiega che “come tutte le misure emergenziali, e questa è una di quelle, sono misure che lasciano un po’ il tempo che trovano. Sono 20-30 anni che ci rifugiamo in misure come queste e poco viene fatto per soluzioni che incidano in maniera sensata e a lungo termine. Quelle odierne hanno un piccolo effetto. Quanto? Il contributo diretto del traffico relativo alle polveri Pm10 è stimabile intorno al 25%. Vietando la circolazione ai diesel incidiamo dunque solo su quel 25% ma nel frattempo tanti altri veicoli continuano a circolare, più o meno la metà di quelli abituali. A questo punto, il blocco, si potrebbe dire che incide per poco più del 12%. Una percentuale piccola, davvero marginale”.

Secondo la Perrino le amministrazioni decidono di bloccare il traffico solo perché questa risulta essere una misura facile da attuare: “Un blocco del traffico è la cosa più semplice per tentare una azione immediata, anche se l’efficacia è minima. E’ molto più complesso invece pensare di programmare azioni a lunga durata. Poi ti trovi in situazioni come quest’anno che sono molto sfavorevoli: per 20 giorni e più si verifica alta pressione, assenza di venti significativi e di precipitazioni e così tutto si complica. E’ come se fossimo nella condizione di un gruppo di fumatori dentro a una stanza con finestre chiuse. Anche se due o tre non fumano per un po’, la concentrazione di fumo aumenta comunque perché non c’è ricambio”.

Secondo la ricercatrice c’è poi un aspetto ancora poco discusso, ossia l’aumento dell’uso di legna e pellet per il riscaldamento: “Anche se sono impianti piccoli e domestici” “ce ne sono tantissimi e danno un contributo negativo alla qualità dell’aria importante. Andrebbero controllate, gestite: esistono ordinanze sulla regolazione dei gradi, ma per ora funzionano poco”.

Per quanto riguarda i motori delle auto, spiegano dal Cnr, ormai si è tirato la corda al massimo. Ancora la Perrino: “Euro 5 e Euro 6 sono molto vicini come caratteristiche emissive, non si migliora più di tanto (…). Ecco perché bisognerebbe agire su chilometri percorsi. Un’auto è responsabile per ciò che esce dalla marmitta ma anche per il risollevamento delle polveri depositate sulle strade. Questa emissione è indipendente dalla categoria del veicolo, che sia Euro 0 o Euro 6, diesel o benzina, un’auto comunque risolleva polveri, motivo per cui bisognerebbe pensare a limitare i chilometri da percorrere (…)”.

Roma, non cala la concentrazione di pm10 malgrado i blocchi del traffico

A rafforzare la tesi espressa dal Cnr arrivano i dati sull’inquinamento a Roma. A pubblicarli è l’Agi. Nella prima delle tre giornate di blocco del traffico per i veicoli Diesel, compresi gli Euro 6, l’elevata concentrazione di polveri sottili nell’area non si è abbassata. Martedì 14 gennaio, secondo le rilevazioni dell‘Arpa Lazio, 9 centraline su 13 in città hanno registrato un quantitativo di Pm10 superiore a 50 microgrammi per metro cubo, limite fissato per evitare possibili rischi per la salute.

Lo sforamento dei limiti è avvenuto a: Arenula (51), Preneste (57), Francia (52), Magna Grecia (58), Cinecittà (57), Villa Ada (51), Eur Fermi (55), Bufalotta (53), Tiburtina (67). A Cipro invece la rilevazione è di 50, appena dentro la soglia.

Fonte: Repubblica, Agi