Eruzione in vista? Il super-vulcano di Yellowstone minaccia gli Usa

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2017 - 06:15 OLTRE 6 MESI FA
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Eruzione in vista? Il super-vulcano di Yellowstone minaccia gli Usa

SAN FRANCISCO – Sono trascorsi centinaia di migliaia di anni dall’ultima eruzione del supervulcano di Yellowstone, che si estende sotto l’omonimo parco nazionale americano.

Gli scienziati hanno lavorato a lungo per mettere insieme i tasselli di quanto accaduto nell’antica eruzione, nel tentativo di poter meglio prevedere cosa accadrebbe se il vulcano si risvegliasse.

Uno studio sulla cenere vulcanica trovata nei sedimenti marini nel bacino di Santa Barbara in California ha rivelato che 630mila anni fa furono due e non una, a distanza di 170, le super-eruzioni.

Le eruzioni dispersero una massiccia quantità di ceneri e diossido di zolfo, riducendo la luce solare che arriva sulla superficie terrestre e immergendo il pianeta in due distinti inverni vulcanici.

“Abbiamo scoperto che ci sono sono state due super-eruzioni che, a distanza di 170 anni, hanno prodotto cenere e ciascuna ha raffreddato l’oceano di circa 3 gradi Celsius”, ha dichiarato il geologo dell’UC Santa Barbara, Jim Kennett.

I ricercatori hanno scoperto che due strati di cenere vulcanica nei sedimenti marini al largo della costa meridionale della California hanno le stesse caratteristiche chimiche della più recente super-eruzione di Yellowstone.

Hanno anche analizzato i sedimenti che registrano cambiamenti climatici e oceanici di migliaia di anni. Le analisi hanno rivelato che ci sono state due distinte super-eruzioni che si sono verificate in un momento in cui il pianeta si stava riscaldando dopo un’era glaciale, sostengono i ricercatori.

Il bacino di Santa Barbara è costantemente alimentato da sedimenti provenienti dalla terra, con un afflusso pari a circa un millimetro all’anno. E l’oceano è altamente produttivo, con nutrienti che risalgono da acque profonde.

Le piccole conchiglie di molluschi e crostacei, Foraminifera, rimasero sepolte nel mare e conservate in questa zona. Poiché contengono isotopi di ossigeno subordinati alla temperatura, l’analisi di queste conchiglie può rivelare le temperature della superficie del mare di quando vivevano le creature.

Il team ha confrontato ciò con le tracce di cenere vulcanica, ed è emerso che ci sono stati due eventi separati, ognuno dei quali ha spinto a drammatici cambiamenti climatici, provocando sulla Terra, seppure temporaneamente, un inverno vulcanico.

Ciascuno dei due eventi si è verificato bruscamente ed è durato più a lungo di quanto avrebbe dovuto, sostengono i ricercatori. “Fu un momento mutevole ma in un certo senso fortunato. Se queste eruzioni si fossero verificate con un altro clima, non avremmo potuto rilevare le conseguenze climatiche”.