Inquinamento. Ricerca, il suo aumento collegato a più ictus

Pubblicato il 19 Febbraio 2016 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
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USA, FILADELFIA – Livelli più elevati di inquinamento atmosferico si collegano a un numero più alto di ictus. È quanto si sostiene in una ricerca presentata alla Conferenza Internazionale sull’ictus dell’American Stroke Association, secondo cui la qualità dell’aria e il cambiamento climatico contribuiscono alle malattie cardiovascolari.

I ricercatori, guidati dal docente di epidemiologia e biostatistica della Drexel University di Philadelphia, Longjian Liu, hanno preso in esame i due più grandi inquinatori mondiali, Cina e Stati Uniti, e hanno valutato i dati sulla qualità dell’aria dal 2010 al 2013 in 1.118 contee Usa e in 132 città cinesi.

Stando ai risultati, il numero totale di ictus risulta aumentare dell’1,19% per ogni incremento di 10 microgrammi per metro cubico d’aria di polveri sottili (PM 2.5). Gli studiosi hanno anche riscontrato che la temperatura ha avuto un impatto sulla qualità dell’aria e sul rischio di ictus.

“Le variazioni stagionali della qualità dell’aria possono essere in parte attribuibili al cambiamento climatico”, ha detto Liu. “In estate ci sono molti giorni di pioggia e vento che possono contribuire a disperdere l’inquinamento atmosferico”. Tuttavia “le alte temperature creano uno stress termico critico che può portare a un aumentato rischio di ictus e altre malattie e morti legate al caldo e allo smog”.

Inoltre, ha aggiunto Liu, “i pazienti con ictus corrono il rischio di disidratazione in estate a causa delle alte temperature, e rischiano polmoniti, influenze e altre malattie respiratorie in inverno. Le donne e gli anziani sembrano essere i più vulnerabili al rischio di ictus a causa della qualità dell’aria e alle malattie legate al caldo”.
Livelli più elevati di inquinamento atmosferico si collegano a un numero più alto di ictus. È quanto si sostiene in una ricerca presentata alla Conferenza Internazionale sull’ictus dell’American Stroke Association, secondo cui la qualità dell’aria e il cambiamento climatico contribuiscono alle malattie cardiovascolari.