Il mare cresce di 3 millimetri l’anno in media: i dati sul clima di Esa e Cnes

Pubblicato il 26 Settembre 2012 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA
(Credit: Esa)

ROMA – Il livello dei mari sta crescendo in media 3 millimetri l’anno. In alcune regioni del mondo però i picchi di innalzamento delle acque toccano anche il centimetro. Dopo 18 anni di rilevazioni l’Agenzia Spaziale Europea, Esa, e l’Agenzia spaziale francese, Cnes, hanno presentato a Venezia i dati raccolti ed elaborati con una precisione senza ptecedenti.

Simonetta Cheli, capo dell’ufficio di coordinamento del direttorato dell’Osservazione della Terra dell’Esa, ha detto: ”I satelliti sono in grado di fornirci informazioni molto precise sull’innalzamento dei mari grazie a dei particolari strumenti chiamati altimetri radar, che monitorano l’altezza del satellite rispetto alla superficie terrestre misurando l’intervallo di tempo che intercorre tra l’emissione e la ricezione di un segnale radar”.

La Cheli ha poi aggiunto: “Dall’aggregazione dei dati raccolti in quasi vent’anni dai satelliti statunitensi, europei e in particolare da quelli francesi è emerso che il livello globale dei mari aumenta di 3 millimetri ogni anno. Si tratta ovviamente di una media, dato che in alcune regioni il livello si alza anche di 10 millimetri all’anno, come nel mare delle Filippine, mentre in altre aree, come quella sotto il Canada e l’Alaska, si verifica un abbassamento di 10 millimetri all’anno”.

Secondo gli esperti riuniti a Venezia, sono tre i fattori che contribuiscono in ugual misura a determinare l’aumento del livello dei mari: il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai di montagna e quello dei ghiacci polari, spiega l Cheli: “Ci sono poi altri fattori che concorrono a determinare le anomalie locali come l’effetto della gravità e la geomorfologia”.

Grazie a questo nuovo set di dati in alta risoluzione, i ricercatori possono avere ora un’immagine più chiara delle tendenze regionali e delle variazioni anno per anno del livello dei mari, riuscendo così a elaborare modelli più precisi per prevedere i futuri cambiamenti climatici.