Maldive, isola di rifiuti nell’oceano: atollo Thilafushi come discarica

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Aprile 2015 - 16:09 OLTRE 6 MESI FA
Maldive, isola di rifiuti nell'oceano: atollo Thilafushi come discarica

Maldive, isola di rifiuti nell’oceano: atollo Thilafushi come discarica

ROMA – Un’intera isola diventa una discarica a cielo aperto nell’oceano Indiano. Thilafushi, alle Maldive, è un atollo nell’oceano costituito da una collina di 15 metri di rifiuti. Plastica, siringhe usate, spazzatura industriale e privata, elettrodomestici rotti: ogni giorno la collina cresce, ammassando rifiuto dopo rifiuto. Il turismo selvaggio, e tutti i suoi scarti, anno dopo anno hanno deturpato l’ambiente e creato una discarica tra le paradisiache spiagge dell’oceano Indiano.

Enrico Franceschini per Repubblica è l’inviato che da Londra racconta la situazione in cui questo atollo di rifiuti, un cumulo di rifiuti che turba l’idea di spiaggia bianca e acqua cristallina da cartolina che ognuno di noi ha delle Maldive. Il problema dei rifiuti è stato denunciato anche dal Financial times e rischia di diventare drammatico, sottolinea Franceschini:

“Da un lato, la spazzatura rappresenta una minaccia ecologica all’ambiente degli atolli. Dall’altro, rischia di tenere lontani i turisti: è già successo che qualcuno dei resort di lusso sia stato agganciato dalla disgustosa barriera di detriti, compreso tutto quello che esce dalle fogne, che viene scaricato ad appena 200 metri di distanza dalla costa e riportato a riva dalle correnti, per cui le acque possono apparire cristalline a occhio nudo ma potrebbero essere assai meno salubri dal punto di vista batteriologico.

Non è l’unico problema per una dalle destinazioni esotiche più amata dai turisti. Tutta l’acqua potabile delle Maldive, scrive il quotidiano della City, deriva da un unico stabilimento per la desalinizzazione dell’acqua marina, che tuttavia si è guastato nel 2014. Da allora le isole devono farsi portare l’acqua dai paesi più vicini. Nel 2009 l’allora presidente delle Maldive, Mohammed Nasheed, il primo democraticamente eletto nella storia delle isole, firmò un contratto con una società indiana per il riciclaggio dei rifiuti; e tenne una riunione del consiglio dei ministri sott’acqua per richiamare l’attenzione mondiale sul pericolo che l’arcipelago venisse sommerso dall’innalzamento del livello del mare. Ma nel 2012 Nashedd è stato rovesciato dai suoi avversari e incarcerato con l’accusa non circostanziata di terrorismo. Un team di avvocati e organizzazioni per i diritti umani lo sta difendendo, recentemente ne è entrata a far parte anche Amal Clooney, moglie dell’attore americano. Intanto il nuovo governo non ha fatto più niente per il problema dei rifiuti. E nel frattempo la montagna di spazzatura cresce”.