Nebbia in Val Padana sempre più rara. Cnr: “In 20 anni dimezzata”

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Novembre 2014 - 17:28 OLTRE 6 MESI FA
Nebbia in Val Padana sempre più rara. Cnr: "In 20 anni dimezzata"

Nebbia in Val Padana sempre più rara. Cnr: “In 20 anni dimezzata”

BOLOGNA – “Nebbia in Val Padana“, cantavano Cochi e Renato. Nebbia sempre più rara, puntualizzano oggi i ricercatori del Cnr, secondo i quali il fenomeno si è andato via via riducendo nel corso degli anni. Arrivando quasi a dimezzarsi rispetto ai primi anni ’90. Sono queste le conclusioni di uno studio ventennale condotto dall’Istituto di scienza dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr) di Bologna e pubblicato sulla rivista internazionale Atmospheric Environment.

Negli ultimi decenni sono andate svanendo le coltri umide e grige che hanno storicamente caratterizzato il paesaggio della pianura attraversata dal Po. Merito o colpa del surriscaldamento globale, spiegano gli esperti. Ma non solo: si è abbassata anche la concentrazione di inquinanti in essa contenuta e ridotta di 10 volte l’acidità, oggi prossima alla neutralità.

Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Isac-Cnr e responsabile della ricerca, spiega:

“La pianura padana è una delle aree più inquinate d’Europa, l’orografia del territorio favorisce, durante la stagione invernale, la stagnazione dell’aria intrappolando gli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera. Le stesse goccioline agiscono, inoltre, come veri e propri assorbitori e concentratori degli inquinanti presenti nell’aria, che in tal modo sono più facilmente trasportati nell’atmosfera, depositati sulla vegetazione e inalati nelle nostre vie respiratorie”.

Lo studio rileva che la frequenza degli episodi di nebbia in Val Padana si è ridotta del 47%. E secondo i ricercatori questa diminuzione va di pari passo con l’aumento della temperatura.

“La notizia buona -sottolinea Fuzzi- è che negli ultimi decenni si è anche parallelamente ridotta la concentrazione di inquinanti nelle goccioline di nebbia, di circa l’80%, riflettendo una riduzione delle emissioni dei principali inquinanti: anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca, rispettivamente del 90%, 44% e 31%. Soprattutto sono diminuite le emissioni acidificanti portando l’acidità della nebbia in condizioni prossime alla neutralità”.

Tuttavia, avvertono i ricercatori, persistono i rischi per la salute dovuti alla presenza di particelle carboniose, particolarmente dannose per la salute dell’uomo. Nelle goccioline d’acqua i ricercatori hanno infatti rilevato un contenuto medio di 1 mg per litro di particolato carbonioso originato da processi di combustione come il riscaldamento domestico, la combustione di legna e residui agricoli, la produzione di energia ed traffico.

Composti dai quali l‘Organizzazione mondiale della sanità mette in guardia da tempo perché potrebbero essere responsabili delle affezioni respiratorie e cardiovascolari e, in alcuni casi, di insorgenza di tumori.