Termoli, bidone con solventi in spiaggia: Procura Larino apre inchiesta

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Gennaio 2015 - 00:08 OLTRE 6 MESI FA
Termoli, bidone con solventi in spiaggia: Procura Larino apre inchiesta

Termoli, bidone con solventi in spiaggia: Procura Larino apre inchiesta (Foto Ansa)

TERMOLI (CAMPOBASSO) – Dimenticato sulla spiaggia di Termoli, in Molise, se ne stava un bidone contenente solvente per asfaltene, un componente molecolare del petrolio greggio estremamente pericoloso per gli esseri umani e per la fauna marina. Lo hanno ritrovato domenica mattina, alcuni passanti che si sono imbattuti nel misterioso monolite durante una passeggiata invernale in riva al mare. La Procura di Larino ha aperto un inchiesta.

Il contenitore, risultato vuoto e ora sotto sequestro giudiziale per le necessarie indagini, è stato rimosso lunedì pomeriggio da Vigili urbani e Vigili del Fuoco e trasferito nell’ecocentro comunale di Termoli. Dovrà poi essere smaltito dalla ditta proprietaria. Recintata e messa in sicurezza l’area, mentre a Termoli si è riunito un Tavolo Tecnico coordinato dalla Capitaneria di Porto con Comune, Vigili urbani e Vigili del Fuoco.

Nella riunione si è accertato che in quel tipo di container vi è “generalmente un liquido prodotto da una ditta estera ceduto a una società italiana”. Non si esclude che possa essere caduto da navi container. Al largo delle coste di Abruzzo e Molise operano diverse piattaforme di ispezione in mare. Ma l’etichetta parla chiaro: il contenitore è della Baker Hughes Srl – con sede anche a Cepagatti (Pescara) – multinazionale di servizi che fornisce fanghi e fluidi di perforazione, cemento per pozzi e trivelle.

Su Facebook è intervenuto il Movimento 5 Stelle. A prendere la parola è stato il consigliere comunale di Termoli Nicola Di Michele:

“Il nostro mare, quello che ci regala il pesce più buono della nazione, quello con i colori più belli della natura, ecco proprio da questo mare è sbarcato un bel contenitore di sostanze chimiche, altamente tossiche. Noi l’abbiamo detto e lo ripetiamo. Continuare sulla strada della ricerca petrolifera è una morte annunciata”.

Mentre il presidente di Ambiente Basso Molise, Luigi Lucchese, associazione che di recente ha aderito al comitato costituitosi in Abruzzo contro le trivellazioni, ha ricordato un episodio del gennaio 2013, la presunta perdita di greggio in mare dalla piattaforma Campo Rospo Mare:

“Siamo contro lo sfruttamento del petrolio e il ritrovamento del fusto sulla spiaggia di Termoli è la dimostrazione della pericolosità e dei danni che arreca. Sono prodotti utilizzati dalle piattaforme e sulle navi. Se accadono queste cose, vuol dire che ci sono pochi controlli. Perché questo fusto è caduto in mare? Come mai non è stato segnalato che il contenitore, magari accidentalmente, è caduto in mare in modo da poter intervenire tempestivamente ed evitare eventuali conseguenze per l’ambiente?”.