Terremoto Toscana-Emilia, sciame sismico rispetta copione dei sismologi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Gennaio 2015 - 19:10 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto Toscana-Emilia, sciame sismico rispetta copione dei sismologi

Terremoto Toscana-Emilia, sciame sismico rispetta copione dei sismologi

ROMA – Lo sciame sismico che ha colpito l’Appennino Tosco-Emiliano non ha fatto altro che rispettare quello che i geologi avevano previsto. Una sorta di “copione” che gli esperti di terremoti avevano già scritto. Il sisma è stato infatti generato dal meccanismo estensionale caratteristico dei terremoti di questa zona, generati da un movimento estensionale dovuto al progressivo allontanamento delle placche Europea e Africana. ”E’ un meccanismo perfettamente noto e al momento non si nota nulla di strano rispetto agli eventi avvenuti in passato nella stessa zona”, ha detto il sismologo Alberto Michelini, direttore del Centro Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Tutto è cominciato nella notte tra 22 e 23 gennaio, con la scossa di magnitudo 1,6 registrata alle 3:15. Da allora le scosse si sono susseguite a ritmo sostenuto, fino a superare il centinaio nel corso della giornata. Di queste, almeno 49 sono state di magnitudo uguale o superiore a 2 mentre la più forte, di magnitudo 4,1, è avvenuta alle 7:51 del mattino. ”Non è una zona nuova ai terremoti”, ha osservato ancora Michelini. Le mappe di pericolosità indicano infatti che nel 1919 un sisma di magnitudo 6,3 è avvenuto nel Mugello, a circa 30 chilometri a Sud-Est dall’area colpita oggi, compresa fra i comuni di Castiglione dei Pepoli e Barberino del Mugello. Più a Nord, invece, un terremoto di magnitudo 6,5 si è verificato nel 1920. In precedenza si erano verificati forti terremoti nel 1470, nel 1542 e nel 1771. I terremoti più recenti risalgono invece al 1956 (magnitudo 4,8), nel 1962 (4,4) e nel 2003 (5,3). Impossibile, comunque, pronunciarsi sull’evoluzione.

“Stiamo osservando la sequenza”, ha detto ancora Michelini. Se tutto dovesse procedere normalmente, si attende che sia il numero sia l’entità delle scosse debbano ridursi gradualmente. ”E’ tuttavia impossibile – ha rilevato – fare qualsiasi tipo di previsione”. Non si possono infatti escludere eventi più violenti. Secondo gli esperti dell’Ingv dal confronto tra i dati storici emergono alcune somiglianze. ”Oggi come nel 1771 (e forse nel 1470) – si legge nel blog dell’Ingv dedicato ai terremoti – l’evento principale fa parte di una sequenza sismica”.