Una nuova Baghdad nel cuore di Zaha Hadid, la più famosa donna architetto del mondo

Pubblicato il 23 Novembre 2010 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA

Zaha Hadid

Zaha Hadid è l’architetto donna di maggiore successo al mondo. E’ nata a Baghdad nel 1950,  ma da quasi 40 anni vive e lavora in Inghilterra. Quest’anno ha vinto lo “Stirling Prize”, il riconoscimento di maggior prestigio che un architetto britannico possa ricevere.

In Italia ha lasciato un segno importante, progettando il Maxxi, l’avveniristico museo d’arte di Roma. Ora sogna di contribuire al progetto della nuova Bagdad, la “sua” Bagdad, che le è rimasta nel cuore per i 20 anni vissuti là e che le è comunque rientrata nel cuore per le grandi opportunità professionali e ecomomiche che implica.

In un’intervista rilasciata di recente al giornalista del Financial Times Richard Edgar, Zaha Hadid ha ripercorso le tappe principali della sua carriera, e le ragioni del suo successo e ha parlato dei suoi progetti futuri in Iraq.

Quando decise di fare l’architetto, racconta Zaha Hadid, “all’epoca c’erano pochi esempi femminili nel mondo dell’architettura”,  ma con l’aiuto della famiglia e l’incoraggiamento delle persone che le stavano accanto è riuscita a farsi strada.

Il suo essere donna però, in un settore prevalentemente maschile, non lo ho mai vissuto come un ostacolo  perché, dice, “non mi sono mai vista come una donna architetto.” In altre parole, l’unica cosa che un giovane architetto deve fare per farsi spazio in questo mondo è “lavorare duramente.”

Recentemente, dopo anni di successi all’estero, il suo lavoro ha cominciato ad essere apprezzato anche Regno Unito. “La ragione principale di questi successi” racconta Hadid “sono le modifiche dell’Unione Europea alle gare di appalto per edifici pubblici avvenute 15 anni fa.” Il settore però è minacciato dai tagli alla spesa pubblica che il governo inglese sta effettuando e che “rischiano di avere un impatto terribile sull’industria.”

Il Maxxi di Roma, progetto di Zaha Hadid

Il discorso si riavviva quando le viene chiesto se le sono pervenute offerte di lavoro in Iraq ed in particolar modo da Baghdad. “Le possibilità ci sono” fa sapere “ed è decisamente una prospettiva di lavoro interessante.”

“A che cosa mi piacerebbe lavorare? Al piano di urbanizzazione della città, perché è da lì che si gettano le basi per poi poter sviluppare la città nel tempo.”