“Accompagnato alla porta Letta sbotta: Filibustieri”. Antonello Caporale sul Fatto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Febbraio 2014 - 10:09 OLTRE 6 MESI FA
"Accompagnato alla porta Letta sbotta: Filibustieri". Antonello Caporale sul Fatto

Enrico Letta con Dario Franceschini (Ansa)

ROMA – Blitz quotidiano vi propone come articolo del giorno, venerdì 14 febbraio 2014, “Accompagnato alla porta Letta sbotta: “Filibustieri”” di Antonello Caporale sul Fatto Quotidiano:

Da notevole uomo di Stato Renzi non ha atteso neanche la pubblicità per licenziarlo. In venti secondi la vita politica di Enrico Letta è stata sciolta nell’acido e il suo corpo è divenuto gas. A Palazzo Chigi, dove ha indossato la fascia di capitano per l’ultimo pomeriggio, sono giunte le prefiche: Alfano, Quagliariello e Lupi. Espulso dal centrosinistra, fantasma a largo del Nazareno, il premier è stato consolato dal centrodestra, e così la visione in streaming della sua decapitazione è stata più sopportabile. Se Renzi si nutre di sè, Letta ha purtroppo il corpo fragile e la digestione delicata. La gastrite, la più temuta nemica, si è subito riacutizzata quando sono apparsi i capelli dritti come chiodi al vento di Luigi Zanda, il capogruppo al Senato. Un perfetto ex amico. Che ha ricordato il governo attuale come un incidente remoto, e con un tale rispettoso distacco… “Che filibustieri”, ha sibilato Enrico, ed è stato il massimo della virulenza mentre Angelino Alfano commiserava, da par suo, il vizio del tradimento. E a proposito di ex amici o presunti tali Dario Franceschini ieri ha sbottato: “Sul Corriere leggo di un litigio totalmente inventato tra me e Letta”. Ma intanto il premier è divenuto fantasmino, esonerato da Renzi come quei mister del calcio: “Grazie per la sua generosità, e anche per il suo contributo”. Il contributo, proprio così. Solo ieri Enrico era riuscito a presentare decine di fogli con date, importi, investimenti, risparmi. Un librone cestinato. “Notevole impegno”, gli ha detto Renzi. Ma il segretario e futuro premier sembrava che scherzasse. Anzi, sembra sempre un burlone professionista.

L’ACCOLTELLAMENTOè durato circa tre ore, Letta si è spento da premier intorno alle 18, ma solo per ragioni di burocrazia. Perché bisognava votare la sua decadenza: “Vi prego di attendere il voto”, ha raccomandato la presidente dell’assemblea. Cosa superflua perchè, come detto, Renzi aveva già impegnato tutto il primo minuto del suo messaggio alla nazione per licenziarlo. E Stefano Fassina si era rammaricato che bisognasse andare alla conta: “Spero che Letta non ci costringa a votare”. Alla tribuna citazioni di poeti e letterati, e soprattutto invocazione al senso di responsabilità. Qui Enrico non ha retto per la seconda volta, perchè la parola “responsabilmente” è la sua fatina turchese, il gancio a cui appende ogni fatica, ogni disegno, ogni virtù (…)