Cecile Kyenge: “L’Italia prenda esempio da Mario Balotelli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Agosto 2013 - 12:46 OLTRE 6 MESI FA
Cecile Kyenge

Cecile Kyenge

ROMA – Mario Balotelli, un cittadino da cui l’Italia dovrebbe prendere esempio. E’ la tesi del ministro Cecile Kyenge espressa in una lunga intervista a Maria Latella che BlitzQuotidiano vi propone come articolo del giorno.

Nata in quella provincia del Congo che con le sue lunghe lotte di secessione ispirò nei primi anni 70 il nome del servizio d’ordine del Movimento Studentesco milanese, per l’appunto detto Katanga. Una tosta, insomma, il ministro per l’Integrazione e le politiche giovanili. Così almeno mi è sembrata nella conversazione avuta giorni fa. Vero è che se alle manifestazioni di partito cui ha partecipato di recente il ministro Kyenge ci fossero non dico i maneschi Katanga del Movimento anni 70 ma almeno un simil servizio d’ordine, ecco forse al ministro Kyenge sarebbero stati risparmiati gli insulti in pubblico o le banane lanciate da uno sconosciuto alla festa del Pd di Cervia.

Lei però, come vi ho detto, è una Katanga, mica un’educanda, e dunque domenica, a Verona, ha incassato le scuse del sindaco della città , Flavio Tosi, che è anche vicesegretario della Lega. Una tregua che il ministro conferma di aver apprezzato anche se, come spiega più avanti, ora è Maroni che deve farsi sentire. Cecile Kyenge è in politica soltanto dal 2004, da quando venne eletta per i Ds in una circoscrizione del comune di Modena, ma si capisce che la politica è pane per i suoi denti e che con la politica vorrà avere a che fare ancora a lungo. Dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna a quattro anni per Silvio Berlusconi, dopo la manifestazione di via del Plebiscito, Cecile Kyenge sembra ancora cautamente ottimista circa le sorti del governo di cui fa parte.

I MINISTRI La sentenza ha riaffermato il principio “la legge è uguale per tutti”? «La legge è ugualeper tutti,certo,ma suquesta sentenza e sul futuro del governo ha già detto tutto Enrico Letta e condivido la sua posizione perché Letta sa guardare lontano. Non credo che per il governo cambierà niente». Non eravate imbarazzati venerdì scorso, durante il consiglio dei ministri? «Abbiamo lavorato con lo stesso clima di sempre. Poi, certo, questo è un momento doloroso per la vita dei partiti e io capisco e rispetto il dolore, Il turbamento dei miei colleghi ministri…» Chissà lo stato d’animo dei ministri del Pdl… «Gliel’ho detto: il clima era di collaborazione. Il lavoro va avanti in un contesto sereno. Questo è un governo di responsabilità e finora ne siamo stati consapevoli, abbiamo lavorato bene.Spero che continueremo così».

IL CONTRIBUTO DI BALOTELLI Si agitino pure, all’interno del Pd, Cecile Kyenge non farà una piega. Una che ha dovuto vedersela con 38 fratelli (tanti ne sono nati dalle quattro mogli del padre, un funzionario statale congolese alquantobenestante) voletechesi spaventi per le dichiarazioni di Civati o i semidiktat dei renziani? Se volete una conferma del carattere della signora, osservate come si districa sulla questione Balotelli. Le chiedo se non si sia pentita di aver elevato a testimonial di una campagna contro il razzismo l’attaccante del Milan, non proprio un campione di sobrietà. Ora che è pure ministro delle Politiche giovanili le sembra un modello da proporre? La voce di Cecile Kyenge si alza di tono, sia pure di poco. «Non capisco perché dovrei escludere Balotelli. C’è una tendenza a giudicare le persone senza tenere conto delle loro difficoltà e dello stress nel quale si trovano a gestire il proprio talento. Io credo che Balotelli stia dando un contributo importante».Mi scusi,ma quale? «Lo sta dando nel settore dello sport e anche fuori dall’ Italia. I suoi gol sono un messaggio positivo per il nostro Paese. Deve giocare in condizioni molto, molto difficili. Non siamo tutti uguali e non vedo perché andrebbe escluso». Qui Cecile Kyenge si mostra politica accorta, attenta alla comunicazione. Spiega che il percorso iniziato il 30 luglio per sensibilizzare i giovani dovrà ovviamente rivolgersi a tutti, a ogni pubblico: «Per far capire che cos’è il razzismo bisogna puntare alla partecipazione dal basso. E Balotelli può essere di grande aiuto. Lo lasci dire a me che so cosa vuol dire subire l’attenzione dei media e un certo tipodi razzismo».