Ivan Strozzi, il supermanager dei rifiuti licenziato il primo giorno di lavoro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2014 - 09:52 OLTRE 6 MESI FA
Ivan Strozzi, il supermanager dei rifiuti licenziato il primo giorno di lavoro

Ivan Strozzi (LaPresse)

ROMA – Blitz quotidiano vi propone oggi, 16 gennaio, come articolo del giorno quello di Giovanna Vitale per La Repubblica dal titolo “L’ultimo scivolone di Marino il supermanager dei rifiuti licenziato il primo giorno di lavoro”.

Non ne azzecca una, il sindaco Marino. Con le nomine è sfortunato assai. Non fa in tempo a scegliere un dirigente comunale o il manager di una società partecipata (…) ed ecco che qualcosa va storto. È successo con il comandante dei vigili, Oreste Liporace, che non aveva i requisiti richiesti per l’incarico; accade oggi con Ivan Strozzi, presidente e ad di Ama, risultato indagato per traffico illecito di rifiuti a neppure sei giorni dalla nomina.

«È la maledizione del curriculum », ridacchiano nei corridoi del Campidoglio i consiglieri di maggioranza, da sempre piuttosto critici nei riguardi di un metodo («Affidarsi ciecamente a un’autocertificazione ») che azzera la politica e finisce per non premiare il merito, visti gli incidenti di percorso. Non proprio casi isolati. Anche il capo segreteria del vicesindaco, per dire, è stato costretto a lasciare perché beccato senza laurea pur avendodichiarato il contrario, con tanto di finto diploma allegato.

Ora come allora l’epilogo è lo stesso. Il centrodestra fa fuoco e fiamme, accusa Marino di «incapacità » e chiede le dimissioni dell’assessore all’Ambiente, che verrà formalizzata oggi nella mozione di sfiducia presentata in aula da un’opposizione per la prima volta compatta: dalla Destra al M5S passando per Fdi, Ncd e lista Marchini. Un problema serio, per l’amministrazione di centrosinistra: il voto segreto e il malpancismo della maggioranza potrebbero ingrossare le fila dei franchi tiratori. E se la mozione dovesse passare, significherebbesfiduciare l’intera giunta,non un singolo assessore.

Una mina che il primo cittadinoha cercato di disinnescare sollecitando il subitaneo passo indietro dell’ingegnere 68enne arruolato meno di una settimana fa alla guida di una delle aziende più problematiche della città. Quella, per intenderci, che fra Natale e Capodanno ha fatto fare a Roma una figuraccia planetaria con la foto i maiali fra i sacchi abbandonati in periferia. Si era impegnato a risanarla, Strozzi: «Riporteremo trasparenza e legalità in azienda», le sue prime parole. Dimenticando però di rivelare al sindaco quel piccolo particolare: la notifica dell’atto di conclusione delle indagini per traffico illecito di rifiuti recapitatagli a ottobre dalla Procura di Patti, in Sicilia, per una vicenda di sette anni fa, quando lui era ad di Enia, multiservizi di Parma Piacenza e Reggio Emilia (poi diventata Iren). E a poco vale la difesa: «Si tratta di accuse risibili e infondate, l’inchiesta ipotizza reati compiuti tra il 2005 e il 2008 da una società messinese, partecipata al 12% da Enia, dove io sono arrivato nel 2006. Quota che ho poi liquidato nel giro di dieci mesi».

Marino non vuole sentir ragioni. «Sono furibondo, con Strozzi abbiamo avuto non uno ma due colloqui, non ci ha mai neppure accennato di avere un problema del genere». Un’omissione «gravissima » che inevitabilmente «fa venire meno la fiducia». Dunque all’ingegnere, nonostante le ottime referenze («Aveva lavorato con Delrio a Reggio Emilia e con Chiamparino aTorino: entrambi mi avevano parlato bene di lui») è stato intimato lo sfratto. «Mi dispiace per l’equivoco in cui ho indotto il sindaco» reagisce a caldo lui, «non lo avevo informato dell’indagine perché non lo ritenevo necessario, è stata una leggerezza di cui mi assumo la responsabilità» (…)