Sciopero e retorica del conflitto: tutto lo spreco di un’azione inutile. Dario Di Vico, Corriere della Sera

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Dicembre 2014 - 13:32 OLTRE 6 MESI FA
Sciopero e retorica del conflitto: tutto lo spreco di un'azione inutile. Dario Di Vico, Corriere della Sera (foto Ansa)

Sciopero e retorica del conflitto: tutto lo spreco di un’azione inutile. Dario Di Vico, Corriere della Sera (foto Ansa)

ROMA – Blitz quotidiano vi propone come articolo del giorno di venerdì 12 dicembre 2014 “Tutto lo spreco di un’azione inutile” di Dario Di Vico pubblicato per Il Corriere della Sera:

La querelle sulla precettazione dei ferrovieri, prima disposta dal ministro Maurizio Lupi e poi ritirata, è servita quantomeno ad alzare la temperatura della vigilia di uno sciopero generale che rischiava il dimenticatoio. La scelta della data è stata laboriosa e non ha sicuramente giovato. Ma l’elemento che ha reso meno efficace di altre volte la preparazione consiste in una piattaforma di convocazione indirizzata contro «il combinato disposto di Jobs act e legge di Stabilità», come si può leggere sul sito della Cgil.
Per carità, si può anche decidere di convocare uno sciopero contro il combinato disposto, ma non è una motivazione che vale oro e che segna né un’originalità di pensiero né l’elaborazione di una piattaforma alternativa. E così è emerso in questi giorni che si tratta di un puro sciopero politico contro il governo, reo di aver azzerato il dialogo con i sindacati. È tanto politico che i lavoratori del teatro alla Scala hanno chiesto di togliere la tessera della Cgil ai parlamentari che hanno votato per il Jobs act . È un piccolo episodio ma tradisce la permanente confusione che si continua fare tra sindacato e partito, tra rappresentanza e politica. Ed è singolare che accanto a Susanna Camusso oggi ci sia la Uil, che ha scelto, per l’esordio della segreteria Barbagallo, il posizionamento più sinistrorso della sua storia. Le due confederazioni che oggi sfileranno nelle piazze d’Italia stanno difendendo, quindi, prima di tutto se stesse e il potere che hanno avuto nell’Italia della concertazione. Operazione legittima in democrazia, ma che si presenta modesta al confronto delle sfide che ci stanno davanti (…)
Personalmente non penso che i sindacati vadano azzerati ma, anzi, in una fase in cui la società è smarrita e si tratta di rintracciare persino il senso di una comune riscossa c’è bisogno di buona intermediazione. E faccio un esempio concreto. La scorsa settimana si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle Rsu alla Carraro di Campodarsego (Padova). Nonostante l’aumento degli aventi diritto al voto rispetto al precedente test del 2011 il numero dei delegati eletti è stato ridotto da 21 a 15, e questo per effetto di un accordo sottoscritto da tutte e tre le sigle che ha negoziato la riduzione dei diritti organizzativi in cambio di nuove assunzioni e investimenti. Chapeau . Ma è possibile che questa logica innovativa si manifesti solo nei territori e mai a Roma?