“I vitalizi anche alla casta del ’68 che voleva cambiare il mondo”: Aldo Grasso sul Corriere

Pubblicato il 27 Novembre 2011 - 13:52 OLTRE 6 MESI FA

Fausto Bertinotti (LaPresse)

ROMA – I vitalizi finiscono anche alla “casta” che nel 68 voleva cambiare il mondo. Inizia così un articolo apparso oggi 27 novembre sul Corriere della Sera a firma Aldo Grasso che Blitz Quotidiano propone come  articolo del giorno.  Le rendite che spettano ai parlamentari, sono infatti previste anche per Bertinotti, Capanna, e Russo Spena.

Il mitico ’68 va in pensione,les dieux s’en vont. Ha suscitato molta curiosità la notizia che l’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, va in pensione. Con il famoso vitalizio che, notizia di pochi giorni fa, non verrà più elargito ai parlamentari. Non ora, ma a partire dal 2018. «Se mi toglierei il vitalizio? Se mi dessero qualcos’altro per vivere sì, se mi dessero una pensione sì. Ho lavorato una vita e ho diritto a una pensione, poi come si chiami non conta» ha precisato Bertinotti. Vitalizio è peggio di pensione: si porta dietro un retaggio medioevale, è un recinto per privilegiati. La pensione, almeno, ha un che di piccolo-borghese, richiama la panchina dei giardini pubblici, le discussioni attorno alle buche dei lavori in corso, il quartino alla bocciofila. Se poi ad andare in pensione è un ex ribelle, un ex rivoluzionario, un ex sindacalista la malinconia cresce. Veramente anche la moglie Lella è da tempo una baby pensionata, avendo usufruito di agevolazioni per il pubblico impiego. Ma almeno si è dedicata anima e corpo al marito, diventando la sua look maker, creando il communist cashmere style tanto caro al salotto di Bruno Vespa. Anche Mario Capanna è andato in pensione. Come Cincinnato si è ritirato in campagna a vivere dei prodotti della terra. L’ex leader del Movimento studentesco prende 5.000 euro dalla Regione Lombardia e 4.725 euro dal Parlamento”.

“Fa una certa impressione, per chi ricorda Capanna arringare la folla degli studenti milanesi per distruggere la borghesia e rigenerare la Storia, fa impressione vederlo ora alle prese con i vasetti di salsa di pomodoro e di miele o spaccare la legna per il caminetto. Il suo successore alla guida di Democrazia proletaria, Giovanni Russo Spena, di pensioni ne ha tre: una da ex parlamentare (4.725 euro), una da ex consigliere regionale (3.000 euro) e una da ex professore (3.250 euro). Costa la casta: non hanno rubato nulla, i soldi spettano loro per legge. Volevano cambiare il mondo, hanno cambiato la loro situazione previdenziale. Lunga vita a Bertinotti, Capanna e Russo Spena. Ma fra cinquant’anni, caso mai dovessero trapassare, sulle loro tombe non sfigurerebbe l’epitaffio che Indro Montanelli aveva vergato per il Migliore: «Qui riposa Palmiro Togliatti impiegato modello di rivoluzioni parastatali”.