INDIA: VIOLENZE DI ESTREMISTI INDU’ CONTRO CRISTIANI, DUE MISSIONARI ARSI VIVI

Pubblicato il 25 Agosto 2008 - 13:10 OLTRE 6 MESI FA

India_cristiani2 Attacchi alle chiese, ai conventi, alle parrocchie, e poi ai religiosi e alle religiose che operano nella regione. È la drammatica situazione in cui si trova la Chiesa cattolica nell’Orissa, stato dell’India, dove è in corso un’ondata di violenze anticattoliche. Alcuni estremisti indù hanno dato fuoco a un orfanotrofio gestito da missionari cristiani a Khuntapali, nell’est del Paese (400 chilometri a ovest di Bhubaneshwar, capitale dell’Orissa).

DUE MISSIONARI UCCISI – Due missionari, un uomo e una donna, sono morti negli incendi scoppiati contro la comunità cristiana nell’Orissa. La missionaria uccisa si chiamava Rajnie Majihie, aveva poco più di venti anni. L’arcivescovo della diocesi di Cuttack-Bhubaneswar, Raphael Cheenath, ha riferito che la donna aiutava nella cura della struttura e degli orfani. Secondo quanto riferisce l’agenzia indiana Pti, l’uomo ucciso si chiamava Rasananda Pradhan ed è morto bruciato nell’incendio appiccato alla sua casa nel villaggio di Rupa, nel distretto di Kandhamal, lo stesso dove, sabato scorso, era stato ucciso il leader indù Swami Laxanananda Saraswati. Monsignor Cheenath ha invece smentito che un’altra suora sia stata violentata.

«MORTA PER SALVARE GLI ORFANI» – «La missionaria è morta perché è rimasta indietro per far uscire tutti i bambini, anche padre Eduard, responsabile del centro, è rimasto gravemente ustionato per far scappare gli orfani» ha raccontato padre Alfonso Towpo all’agenzia missionaria Misna. Padre Towpo, assistente del vescovo Lukas Merketta della diocesi di Sambalpur, ha detto che da sabato si sono susseguiti nella zona numerose aggressioni contro istituzioni religiose, ma anche contro case di singoli fedeli.

SCHIFANI: «PAGINA BUIA DI INTOLLERANZA»- Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha espresso la sua condanna ai fatti accaduti in Orissa: «La feroce aggressione avvenuta in India, che ha visto l’orrendo assassinio di una suora laica che operava in un orfanotrofio, e il grave ferimento di un sacerdote cattolico, rappresentano una pagina buia di intolleranza religiosa e integralista». Il presidente del Senato ha parlato di «un atto criminale e incivile che deve essere condannato duramente e che rilancia il problema della sicurezza dei missionari cattolici nel mondo».

ESCALATION – La nuova escalation di distruzioni è avvenuta dopo l’uccisione del leader radicale indù Swami Laxanananda avvenuta il 23 agosto, di cui sono stati accusati i cristiani. Accuse per altro smentite seccamente dalle autorità ecclesiali. «Noi cristiani – ha detto mons. Raphael Cheenath ad Asianews- rifiutiamo la violenza e condanniamo ogni atto di violenza e terrorismo. E siamo anche contrari a coloro che vogliono farsi giustizia da sè. Appena saputa la notizia dell’assassinio di Swami Laxamananda Saraswati e di altri 5 suoi seguaci, ho diffuso una mia dichiarazione in cui condannavo con forza il vile attacco e le uccisioni. Ho chiesto a tutti di rimanere pacifici e in armonia. Noi vogliamo relazioni di amicizia con tutte le comunità».

ALTRI EPISODI – Le distruzioni e gli assalti contro i cattolici sono cominciati domenica. «Uccidete i cristiani e distruggete le loro istituzioni!»: con questo slogan migliaia di indù legati al gruppo militante Vhp (Vishwa Hindu Parishad ) hanno distrutto e raso al suolo il Centro pastorale della diocesi; un centro sociale a K. Nuagam; una chiesa e la casa parrocchiale a Kandhamal; una cappella a Sundergarh; un pullmino delle suore di Madre Teresa a Bhavanipatni e uno delle suore del Preziosissimo Sangue a Udayagir. La zona è quella del distretto di Kandhamal , diocesi di Cuttack-Bubaneshwar, in Orissa, dove nel dicembre scorso sono avvenute altre violenze contro i cristiani erano state uccise 3 persone e bruciate 13 chiese.
In passato si erano già verificati episodi di attacchi da parte di estremisti induisti nei confronti di missionari cristiani. Nel 1999 un missionario australiano, Graham Staines, fu ucciso assieme ai due figli da una folla inferocita che diede fuoco alla loro vettura.