VENEZIA, TURISTA CON VELO ISLAMICO: INFURIA POLEMICA

Pubblicato il 27 Agosto 2008 - 23:49| Aggiornato il 13 Dicembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

Venezia_velo Nessuno tocchi il guardiano di Venezia, sicuramente non dopo il clamore suscitato dalla notizia che potesse rischiare il posto il custode di Ca’ Rezzonico che domenica scorsa aveva bloccato la turista islamica con il niqab, applicando alla lettera il regolamento. «Nei Musei civici veneziani tutti possono vestire come vogliono, basta che non si velino gli occhi», è stata la battuta del sindaco Massimo Cacciari. Ma poi ha chiuso secco: «Non licenziamo nessuno, è certo. Come potremmo, semplicemente perché è stato un po’ stupidino?». La parola del sindaco è stata l’ultima di una giornata di proclami. Con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi che difendeva la legalità: «La legge è uguale per tutti, soprattutto quando nasce da ragioni di ordine pubblico. L’episodio può sembrare poco importante, ma è su come un Paese affronta queste situazioni che si gioca l’alternativa tra la reale integrazione degli extracomunitari e un disastro di incomunicabilità».

Il governatore veneto Giancarlo Galan fermo sul principio di reciprocità: «Noi dobbiamo rispettare gli usi e costumi degli altri, in cambio però gli altri rispettino le nostre leggi. Se fossi un guardasala del Topkapi di Istanbul non farei entrare gente vestita in modo sommario». La Lega scatenata sulla richiesta di estendere i controlli alle donne islamiche pure su calli e campielli (Alberto Mazzonetto, capogruppo della Lega in consiglio comunale).

E perfino l’appello del sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli al ministro dell’Interno Roberto Maroni per intervenire «al più presto» in difesa «dell’onesto lavoratore del museo». Si è fatta sentire anche la gente comune, con decine di email. «Non ho nessuna intenzione di licenziare il sorvegliante, perché si è attenuto scrupolosamente alle regole. Il licenziamento vale per i fannulloni di Brunetta, non per chi fa bene il proprio dovere», ha assicurato Gianni Curti, presidente della cooperativa «Verona 83» per la quale lavora il guardiano. Da oggi, comunque, ogni struttura del Polo museale veneziano avrà una stanza (o «uno spazio a prova di privacy»), nella quale le islamiche con il volto coperto dovranno farsi identificare da una custode. «Ho dovuto agire in fretta e furia», ha spiegato la direttrice Adriana Augusti. Il responsabile dei Musei civici Giandomenico Romanelli aveva chiesto provvedimenti. Forse non si aspettava questi.