Beppe Grillo da Napolitano: “Berlusconi non dovrebbe essere neanche mai entrato in Parlamento”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2013 - 14:07 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo da Giorgio Napolitano: "Siamo un Paese in macerie"

Beppe Grillo (Foto Lapresse)

ROMA  –  Beppe Grillo ha visto Giorgio Napolitano. Un incontro durato un’ora e mezza. Ma il suo pensiero resta lo stesso: “La situazione è oggettiva e soggettiva. Siamo un Paese in macerie. Non possiamo fallire in nome dell’euro. L’Italia rischia di saltare. Si torni alle urne”. Grillo ha detto di aver chiesto a Napolitano di fare qualcosa: “Gli ho chiesto di tornare alle urne se necessario. Mi sono permesso di dire a Napolitano che non si fanno riforme così nei momenti di guerra. Gli ho suggerito di andare in tv a reti unificate e dire qual è la situazione del Paese: non c’è più tempo”.

La gente vuole prendere i fucili, i bastoni e sono io a dire proviamo ancora con i metodi democratici. Noi li vogliamo buttare fuori con metodi democratici, però poi ci stuferemo”.

In conferenza stampa dopo l’incontro al Quirinale insieme al co-fondatore del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio (assente in conferenza stampa) e ai due capigruppo 5 Stelle alla Camera e al Senato, Riccardo Nuti e Nicola Morra, Grillo ha ribadito le richieste e le critiche, in particolare al governo Letta e alla politica economica e fiscale: “Le tasse si devono spostare dal lavoro e da chi produce a chi divora energia e ambiente”.

Verso il M5S c’è “odio” e viene accusato di essere “la causa di tutti i mali“. “Io potevo starmene a casa e godermi i miei soldi, però ho detto voglio contraccambiare. E questa è stata una mossa che ha colto tutti di sorpresa. Ecco perché il nostro Movimento ha creato questo odio. Sembra fuori dal Dna di un politico fare le cose non per interesse personale“.

Ci prendete per il culo solo perché diamo indietro i soldi. Se avessi voluto avrei fatto il tesoriere di questo partito e avrei dato un po’ di soldi a te e a te”.

Se cade questo governo e non si sciolgono le Camere, M5S è disponibile ad appoggiare un nuovo governo? “Non so” ha detto Beppe Grillo che poi precisa: “Un nome per il governo? Vedremo, non glielo posso dire io o lui, saranno nomi decisi dal Movimento o in rete. Non possiamo parlare di questo quando il Paese se ne va con la velocità della luce”.

“Al Quirinale, al centro del mondo, non c’era neppure il wi-fi. Ma che mondo è questo? Dobbiamo guardare al futuro, non rispondere a domande come quelle sul governo. Di che parliamo? Se non ci fossero le sovvenzioni i vostri giornali sarebbero chiusi”. “Ci ha accolto in una stanza senza linea telefonica e wi-fi”, aveva detto iniziando la conferenza stampa.

Berlusconi non dovrebbe neanche mai essere entrato in Parlamento, in un Paese normale. Ma continuano a legittimarlo nel governo”.Così Grillo ha risposto alle domande sui processi del Cavaliere. “Bisogna assolutamente fare pulizia”.

Capisco che chi non vedeva un euro e si trova 20 mila euro al mese in tasca può sballare. Ma è vergognoso che chi lo fa continui a fare politica e non venga cacciato da Parlamento”. Lo dice Beppe Grillo in conferenza stampa parlando delle espulsioni e della “compravendita” di parlamentari.

Il Movimento 5 Stelle appoggerà i referendum radicali sulla giustizia e sull’abolizione dei finanziamenti ai partiti. Lo annuncia Beppe Grillo, al termine della conferenza stampa al Senato. “Assolutamente sì”, risponde al giornalista di Radio Radicale che lo interpella sul tema. “Generalmente i referendum e le azioni radicali sono tutti condivisibili”, aggiunge.

Ha ragione chi paragona Beppe Grillo a Marco Pannella? “Assolutamente sì”, risponde il leader M5S a chi lo interpella al Senato. “Pannella bisogna rispettarlo – aggiunge – per quello che è e per quello che è stato per la politica italiana: un guerriero. Io non sono un politico di razza come lui”. “Vengo dalla Rete – prosegue – e, se devo fare un appunto ai Radicali, è proprio quello di non aver sfruttato al meglio la Rete”.

Voi non siete sopra il bene e il male in quanto giornalisti, siete cittadini anche voi. Prima che giornalisti siete padri e madri anche voi. Voi siete precari, i più precari di tutti. Sareste chiusi se non ci fossero le sovvenzioni e vi mantengo anche io”. Con questa sorta di appello-avvertimento ai cronisti si chiude la conferenza stampa che Beppe Grillo ha concesso al Senato, con i due capigruppo Nicola Morra e Riccardo Nuti, durata circa 90 minuti con un paio di lunghe intemerate contro i cronisti che “non capiscono cos’è il Movimento 5 Selle” e “fanno perdere tempo con domande insignificanti”.

Grillo ha negato che il Pd abbia mai voluto fare una vera alleanza: “Quando Bersani faceva scouting voleva solo numeri, voti da noi, non collaborazione. Insomma il gioco era questo, senza fare collaborazione”. Ma anche nella situazione attuale Grillo ha detto che “se il Parlamento non fa nulla allora noi usciremo dal Parlamento. Uscire dal Parlamento non significa abbandonare il Parlamento, significa portare il Parlamento fuori perché l’operato dei nostri parlamentari è snobbato”.

“Ho toccato centinaia di Comuni, ho parlato con migliaia di persone. Ho ringraziato il Presidente anche se mi ha accolto in una sala dove non c’era nemmeno il segnale telefonico. Bisogna dare una svolta a questo Paese. Non si può giocare con la vita delle persone. Io ci vado per le strade. Senza scorta. Perché spendiamo 850 milioni in scorte per i politici? All’estero i ministri girano in autobus, in bicicletta”.

Le elezioni di febbraio? “Hanno cercato di non farci partecipare. Ma noi ce l’abbiamo fatta lo stesso. Abbiamo avuto una stampa sempre contro. Noi abbiamo fatto degli sbagli. Ma abbiamo inserito delle persone oneste. Dovreste vergognarvi voi”, ha detto attaccando la stampa. “i vostri giornali chiuderanno. Dovete sapere guardare avanti. Se siamo un Paese semilibero è anche colpa della vostra informazione”.

“È una Caporetto, il Parlamento è esautorato. Il governo fa i decreti legge, il Parlamento approva a comando. Non siamo più una Repubblica parlamentare e forse non siamo più una democrazia”.

“Siamo un Paese in macerie. Non c’è più l’ottimismo. Chi è oggi al governo è responsabile dello sfacelo. La classe politica è essa stessa il problema. La nazione è una pentola a pressione che sta per saltare”.

I problemi urgenti del Paese per Grillo sono sempre quelli di tre mesi fa: disoccupazione, crollo della produzione industriale, continua crescita del debito pubblico, fallimento delle imprese, tassazione altissima su imprese e persone fisiche, stipendi tra i più bassi, crollo dei consumi, indebitamento delle famiglie. “L’economia non è parlare di soldi. Quella è finanza”. 

“È una Caporetto, il Piave non mormora perché non c’è più nessuno. Sono tutti nei Palazzi a fare annunci. La legge elettorale è incostituzionale. Il governo fa i decreti legge senza che siano esaminati. Non siamo più una Repubblica parlamentare e forse nemmeno una democrazia. La nazione è una pentola a pressione che sta per saltare. E il governo si balocca”.

“Non possiamo fallire in nome dell’euro. Nessuno può imporcelo. Le nostre banche grazie al prestito della Bce si sono ricomprate circa 300 mld dall’estero invece di dare credito alle imprese. È il miglior modo per fallire. Quando ci saremo ricomprati tutto il debito estero e le imprese saranno fallite. Dobbiamo aiutare le imprese con il taglio dell’Irap. Urgente il reddito di cittadinanza. Ci preoccupiamo dei problemi del mondo quando non curiamo i nostri anziani e non riusciamo a dare un lavoro ai nostri giovani”.

Interrogato dai giornalisti sulla presenza di Casaleggio all’incontro, Grillo ha risposto: “Casaleggio era lì perché è fondatore del Movimento e io volevo presentarlo a Napolitano. È un manager non so se vorrà attivarsi in qualche ruolo istituzionale. Ma non credo, è un manager ed è una persona schiva”.