Beppe Grillo sul blog: “Chi difende i diritti della maggioranza?”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2013 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo sul blog: "Chi difende i diritti della maggioranza?"

Beppe Grillo sul blog: “Chi difende i diritti della maggioranza?”

ROMA – Beppe Grillo sul blog: “Chi difende i diritti della maggioranza?” La frattura tra il vertice 5 Stelle (il duo Casaleggio-Grillo) e la compagine parlamentare si allarga, l’abolizione del reato di clandestinità ha segnato un punto di non ritorno, destra e sinistra tornano valori in competizione, l’elettorato è confuso. In particolare, i delusi da Berlusconi, Bossi ecc.. sono ancora più delusi: chi, fra loro, votando Grillo sperava di non pentirsene, deve ricredersi.

“Godetevi questi altri tre anni di legislatura, per fare il soccorso rosso a Sel e al Pd, poi magari fate finta di liti­garci e di essere diversi, ma la gente alle urne non dimentiche­rà, anche perché saranno i clan­de­stini che sbarcheranno in nu­mero doppio di adesso a ricordarcelo”, ha scritto Christian M. sul blog di Beppe Grillo, come segnala Andrea Cuomo su Il Giornale, cui tocca ricordare agli illusi di destra come già il Pantheon grillino per il candidato presidente (Strada, Pro­di, Gabanelli e Rodotà) avrebbe dovuto metterli in allarme.

Oggi i parlamentari 5 Stelle (e non solo i soliti dissidenti come Luis Orellana) si scoprono più adulti ed emancipati dalla tutela (c’è chi parla di autoritarismo) del vertice (Francesco Campanella rivendica autonomia: “Voto secondo le indicazioni dei cittadini ma penso in proprio, secondo le indicazioni della mia mente e della mia coscienza”). A loro Grillo non risponde pubblicamente come con la clamorosa scomunica di pochi giorni fa, ma, rifiutando la mediazione e la delega parlamentare si rivolge direttamente al popolo, a quella maggioranza che sul reato di clandestinità non fa sconti.

E’ lo spazio (e i voti) a destra che il blitz 5 Stelle al Senato ha lasciato senza presidio. In sintesi, quello di Grillo è un post “populista”, se ci è concesso violare la “moratoria” all’uso del termine lanciata da Pierluigi Battista sul Corriere della Sera: non in senso dispregiativo, ma se non è populista l’appello ai “diritti della maggioranza”, diventa difficile inquadrarlo in altre categorie politiche.

La maggioranza non può nulla. Non può votare per il proprio candidato, non può proporre leggi, non può neppure avere un referendum propositivo. Può solo stare a guardare il proprio Paese, la propria condizione sociale, spesso conquistata attraverso generazioni e decenni di sacrifici, scomparire come neve al sole. Può solo stare in silenzio. E’ il salvadanaio del Potere senza avere alcun potere. L’aumento dell’Iva, avvenuto con destrezza nascondendolo con la crisi, il raddoppio della Tares, la Service Tax e l’IMU insieme a una miriade di tasse e balzelli stanno trasformando la maggioranza del Paese in una classe indifferenziata di senza diritti, non più media o piccola borghesia, ma neppure più classe operaia. Chi perde il lavoro è perduto. Lo Stato per lui, che ha pagato sempre tasse e contributi, magari per vent’anni, non muovere un dito. Anzi, costui si ritenga fortunato se non busserà alla sua porta Equitalia con il redditometro a chiedergli come ha fatto a sopravvivere con un reddito così basso. Se si impicca, se emigra, se salta un pasto non interesserà mai a nessuno. Fa parte della maggioranza, quella senza diritti, senza voce, che tiene in piedi l’Italia, o almeno quello che ne resta.