Berlusconi prova l’affidamento in villa. Ma a Macherio la struttura non esiste

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Aprile 2014 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi prova l'affidamento in villa. Ma a Macherio la struttura non esiste

Berlusconi prova l’affidamento in villa. Ma a Macherio la struttura non esiste

ROMA – Berlusconi prova l’affidamento in villa. Ma a Macherio la struttura non esiste. Farà la campagna elettorale che vuole. La prospettiva di assistere anziani e disabili in un centro di recupero dell’hinterland milanese deprime e inorridisce Berlusconi. Il quale, se proprio la deve fare, sogna per sé il ruolo di “motivatore” per agevolare le guarigioni. Sogna soprattutto di organizzare assistenza direttamente in una delle sue proprietà, magari nella stessa Arcore o, meglio, a Macherio, dove attualmente non ci abita nessuno. Se è abbastanza scontato (a meno che non ricominci a insultare e diffamare i giudici) che il Tribunale di Sorveglianza gli concederà l’affidamento ai servizi sociali scongiurando il rischio (mai troppo plausibile, in realtà) di arresti domiciliari e di una sostanziale stretta sulla sua cosiddetta agibilità politica in vista delle elezioni.

Ora, il punto è che nelle ville non esiste nessuna struttura organizzata. Sarebbe da costruire (troppo tempo) o si potrebbe cambiare destinazione d’uso a qualche locale di Villa Macherio. Tuttavia, la richiesta giunta ai magistrati da parte degli avvocati di Berlusconi parla esplicitamente di Arcore e Macherio, dove  dovrebbe sorgere un “centro terapeutico ospedalizzato” per disabili mentali e fisici. E’ probabile che i giudici chiamati a decidere optino per una struttura esistente, comunque più “istituzionale” (La Stampa) di un affidamento a casa sua. In ogni caso, a parte quella mezza giornata a settimana in cui sarà impegnato nell’assistenza, Berlusconi potrà fare tutta la campagna elettorale che vuole (a parte diffamare i giudici, ripetiamo).

E’ noto che l’attività di Berlusconi sia quella ormai prevalentemente di leader politico, un “mestiere” attinente a quelle libertà dell’individuo come la manifestazione del pensiero, che nemmeno l’interdizione a due anni dai pubblici uffici e quindi l’impossibilità di candidarsi personalmente o di essere eletto, può impedire. Dunque non è stato nemmeno argomento di discussione durante l’udienza. (Paolo Colonnello, La Stampa)