Berlusconi, ricorso a Strasburgo: sulla legge Severino deciderà la Grande Camera

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Aprile 2017 - 15:56 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi, ricorso a Strasburgo: sulla legge Severino deciderà la Grande Camera

Berlusconi, ricorso a Strasburgo: sulla legge Severino deciderà la Grande Camera (Foto Ansa)

STRASBURGO – Sarà la Grande Camera, composta da 17 giudici e destinata ad esaminare i casi più complessi, ad occuparsi del ricorso presentato dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro la legge Severino. Lo ha deciso la Corte europea dei diritti dell’uomo.

In un comunicato la Corte dichiara che “le parti sono state informate e hanno un mese da oggi per presentare obiezioni debitamente motivate” contro questo orientamento. Solitamente all’esame della Grande Camera vengono sottoposte le questioni più importanti o complesse.

La Corte, nel suo comunicato, non ha specificato i motivi che l’hanno indotta a proporre l’assegnazione del ricorso alla Grande Camera, una possibilità prevista dalle disposizioni dell’articolo 30 della Convenzione europea dei diritti umani.

Nel testo dell’articolo si legge tra l’altro che “se la questione oggetto del ricorso solleva gravi problemi d’interpretazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, o se la sua soluzione rischia di dar luogo a un contrasto con una sentenza pronunciata in precedenza”, la Corte, fino a quando non abbia pronunciato la sentenza di prima istanza, “può rimettere il caso alla Grande Camera a meno che una delle parti non vi si opponga”.

Nel ricorso presentato a Strasburgo il 10 settembre 2013 e registrato con il numero 58428/13, Silvio Berlusconi afferma che l’applicazione al suo caso della legge Severino ha violato numerosi dei suoi diritti, tra cui quello a non essere punito in base a una legge applicata retroattivamente e a potersi presentare come candidato alle elezioni. Il ricorso è stato comunicato dalla Corte di Strasburgo al governo italiano il 5 luglio scorso. Il governo italiano e il leader di Forza Italia hanno in seguito fatto pervenire alla Corte le loro argomentazioni.