Ruby. Franco Coppi, difensore Berlusconi: Concussione? richiesta di informazioni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Luglio 2014 - 16:16 OLTRE 6 MESI FA
Ruby. Franco Coppi, difensore Berlusconi: Concussione? richiesta di informazioni

Ruby. Franco Coppi, difensore Berlusconi: Concussione? richiesta di informazioni (foto Ansa)

MILANO – Nell’inchiesta sui rapporti tra Berlusconi e Ruby

“si sono cercati atteggiamenti morali e di costume e non i reati, che qui non ci sono e non ci sono mai stati”

secondo l’avvocato Filippo Dinacci, uno dei difensori di Berlusconi con Franco Coppi, Niccolò Ghedini e Piero Longo.

L’inizio dello scandalo è una banale lite fra prostitute, con cacciate di casa e accuse di furto. Ruby è fermata dalla Polizia e portata in Questura dove, a tarda sera, Berlusconi telefona da Parigi, dove è per impegni internazionali.

Se per l’accusa l’interessamento di Berlusconi, ricorda Giuseppe Guastella del Corriere della Sera,

“era legato al timore che si venisse a scoprire che aveva avuto rapporti con una minorenne, per la difesa «la telefonata fu solo una richiesta di informazioni a fronte della quale è impossibile immaginare un meccanismo di concussione», dice l’avvocato Franco Coppi.
Lo stesso Pietro Ostuni, capo di gabinetto della Questura di Milano, il presunto concusso,
“ha sempre negato di aver subito pressioni. «Si è costruita una concussione per cui una qualsiasi persona autorevole che fa una telefonata può essere accusata. Per una sorta automatica colpa d’autore. Si sarebbe puniti per ciò che si è non per quello che si fa», dichiara Dinacci”.

Dalle intercettazioni emerge che a villa San Martino si svolgevano serate hard (per la difesa, al massimo un po’ sopra le righe) dopo le quali alcune ragazze andavano via ricevendo 2/5.000 euro, mentre altri 5/6.000 euro andavano a quelle che restavano a dormire alimentando un «sistema prostitutivo per il soddisfacimento del piacere sessuale di Berlusconi», diceva la Procura. Ad Arcore «non accadeva nulla di illecito», ha dichiarato Berlusconi aggiungendo di aver saputo solo quel 27 maggio che Ruby era minorenne perché la marocchina aveva sempre detto di avere 24 anni: «Mi lasciò di stucco, mi resi conto che aveva mentito».

“Secondo l’accusa, intercettazioni, interrogatori di Ruby e testimonianze dimostrano che Berlusconi sapeva della minore età e che con la ragazza aveva compiuto atti sessuali. «Rapporti sessuali? È l’unica cosa che Ruby nega in modo netto e sulla quale non c’è una benché minima testimonianza», dice Dinacci. La sentenza pare negare solo che sapesse che Ruby era minorenne”.