Boldrini, basta! I problemi degli italiani non sono quelli di chi (forse) la voterà

di Sergio Carli
Pubblicato il 20 Aprile 2015 - 06:58 OLTRE 6 MESI FA
Boldrini, basta! I problemi degli italiani non sono quelli di chi (forse) la voterà

Laura Boldrini. Demagogia e retorica

ROMA – Boldrini, basta! La voce viene dal cuore, ogni volta che Laura Boldrini, presidentessa della Camera si abbandona al desiderio di fare dichiarazioni pubbliche.
C ‘era stato un periodo di relativo silenzio in cui aveva guadagnato parecchi punti. Pur non avendo un’aria simpatica nell’insieme esprime una certa autorevolezza.È una bella donna dall’aria austera e un po’ imbronciata, di quelle bellezze italiane un po’ provinciali, all’antica, di quelle spazzate via da glamour e hype.
Ora forse sente aria di campagna elettorale e non vuole perdere occasione per coltivare il suo bacino di voti, che è quello di Sel, minoritario, attorno al 4% ma tale da ottenere per il partito posizioni di rilievo nel sistema della lottizzazione politica.

Domenica 19 aprile 2015 ne ha infilate due, una sui clandestini, l’altra sugli effetti della crisi, tali da irritare gli altri 96 italiani su cento che mai la voteranno:

1. “L’Unione europea non può guardare con indifferenza alla sorte di migliaia di persone in fuga da conflitti e persecuzioni, che rischiano la vita in mare e che chiedono protezione. Per l’Europa la tutela dei diritti fondamentali, incluso il diritto d’asilo, è un fattore identitario”.

2. “Altrettanto importante è ridurre le diseguaglianze e migliorare le condizioni di vita dei cittadini, perché le persone che stanno soffrendo per gli effetti della crisi sono rimaste segnate dalle misure di austerità e si sentono sole. Da qui dobbiamo ricominciare”.

I problemi dei milioni di persone che in Africa e in Asia fuggono alla ricerca di una vita un pochino migliore non si risolvono con frasi da oratorio. In Africa è in atto uno spostamento di uomini e donne che sembra quello delle masse d’aria per i vuoti di pressione. L’esplosione è tanto forte da investire non solo il nord, l’Europa, ma anche il meridione del continente, il Sudafrica, terra relativamente ricca in un mare di miseria.

Vogliamo affrontare quei ciclopici problemi con discorsi da suffragette, con richiami alle radici dell’Europa, quelle cristiane delle conversioni a fil di spada?

La pena per le vittime dei mercanti di carne umana che sono i trasportatori di clandestini non può offuscare la visione di un politico cui abbiamo affidato la guida del Paese in cui viviamo e in cui sogniamo di morire sereni. Non è accogliendo e sistemando alla rinfusa, in una pura logica di carità cristiana, i clandestini che si risolvono i problemi delle loro terre. Bisogna agire là, se ci si riesce. Gli altri Paesi d’Europa, alle prese con i loro propri problemi di clandestini, non sembrano avere molte intenzioni di farsi carico della incapacità degli italiani. Ognuno deve farsi carico delle sue grane, affrontarle e risolverle e non con il pietismo. Gli appelli del Papa Francesco non sono molto credibili: chiede agli altri di fare quello che il suo vaticano non fa. Sarebbe interessante la scena del cristiano siriano che chiede rifugio al Vaticano. Che uso farebbero le guardie svizzere delle loro alabarde?

L’effetto della propaganda buonista si riflette sull’atteggiamento dei giornali, di cui questi titoli del Messaggero di Roma e del Mattino di Napoli on line sono un esempio:

ECATOMBE MIGRANTI, LA VERGOGNA DELL’EUROPA
Oltre 700 morti. A Malta la nave con 24 corpi
 Foto Video 
Un superstite: «In 950 chiusi nella stiva, molti bambini» 

Si è chiuso il corto circuito: i migranti muoiono, la colpa non è di chi li porta a rischiare la morte (e un po’ anche loro che coscientemente la rischiano) ma dell’Europa, che dovrebbe aprire le frontiere a tutti, senza limiti, senza controlli. Salvo chiedere dove erano i controlli al prossimo attentato.

In Italia peraltro c’è sempre meno aria di carità cristiana. Non è o non è più un problema di schieramento politico, è un sentimento condiviso un po’ da tutti al punto che, ha scritto il Fatto,

“sindaci del Pd e dellaLega Nord sono uniti nella battaglia contro ilministero dell’Interno che, per fronteggiare l’emergenza immigrazione, ha deciso di mettere in campo un progetto di accoglienza che vede il coinvolgimento dei piccoli Comuni. Il capofila della protesta è Francesco Vezzaro, sindaco Pd di Vigodarzene (Padova), dove era stata individuata una struttura idonea.

“La decisione delle Prefetture di individuare dei siti di accoglienza, senza interpellare i sindaci, ci impedisce di garantire sicurezza e igiene pubblica”, ha spiegato il sindaco al Mattino di Padova, con le dimissioni in mano. La sua dichiarazione ha avuto l’immediato sostegno del governatore del Veneto Luca Zaia e del sindaco di Padova Massimo Bitonci. Per mettere a tacere la protesta è arrivata la rassicurazione dei parlamentari del Pd: “Nessun profugo è in procinto di arrivare a Vigodarzere”. Sospiro disollievo di Vezzaro e dimissioni ritirate. “Ciò non significa che, salvato il mio Comune –ha fatto sapere il sindaco –ilmio impegno verrà meno. Serve con urgenza una politica di revisione delle nostre leggi”.

Ma che ne sa dei problemi della gente una signora che vive nella atmosfera rarefatta del privilegio, circondata da scorte, polizia dedicata a scoprire chi ce l’ha con lei, con uno stipendio non soggetto a contributi di solidarietà e la prospettiva di una pensione tutta artificiale, che nessuno toccherà mai?

L’altro tema toccato da Laura Boldrini è una ulteriore prova della sua scarsa conoscenza dei problemi reali, una dichiarazione avvolta nella vuota retorica dei luoghi comuni di una sinistra da salotto. Ma siamo così sicuri che abbiano sentito la crisi quelli dai quali Laura Boldrini pensa di sollecitare i voti? Gli effetti peggiori della austerità non sono stati scaricati sugli elettori della Boldrini, ma su quelli che lei odia. A chi sono state aumentate le tasse, su chi sono stati scaricati gli effetti delle addizionali Irpef delle Regioni, chi è stato ammazzato da Imu e simili?

Quanto alle disuguaglianze che Laura Boldrini vuole ridurre, cominci col dare l’esempio: rinunci ai privilegi, anche se servirà a poco. Ci ha già provato il socialismo reale a azzerare le differenze, fatta salva la casta dei pari della Boldrini e è fallito miseramente. Per azzerare le diseguaglianze bisogna bloccare il mercato e senza il mercato c’è l’asfissia. L’Unione Sovietica si è afflosciata su se stessa solo un quarto di secolo fa. La Cina nel frattempo è sulla via di essere il secondo protagonista del mondo avendo imboccato una strada che ha esaltato le diseguaglianze, accettandole come intrinseche alla vita.

Laura Boldrini come soggetto politico e come cittadino comune ha tutti i diritti di dire quello che vuole. Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati della Repubblica italiana deve rappresentare tutti, tenere conto delle e rispettare le opinioni di tutti, essere il portavoce di tutti. Se imbocca la strada aperta da Gianfranco Fini, non è buona cosa per noi e forse nemmeno per lei.