Città della scienza (Bagnoli): altro che ‘simbolo del sud’, era in declino

Pubblicato il 6 Marzo 2013 - 15:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La città della scienza a Bagnoli (Napoli) è andata in fumo, a causa di un incendio probabilmente doloso, e tutti, dal sindaco De Magistris, a Nichi Vendola, a Pier Luigi Bersani si sono strappati i capelli per una “perdita terrificante”. Ma, come ci dice con dovizia di particolari ItaliaOggi, la Città della scienza era già in rovina, altro che “simbolo del riscatto del sud”.

Realizzata nell’area ex Italsider negli anni ’90, su iniziativa di Vittorio Silvestrini, e per volontà di Antonio Bassolino, Città della Scienza era un simbolo della città. Ma in questi ultimi anni è entrata in profonda crisi. Una media di 350mila visitatori l’anno e i contributi degli enti locali non sono bastati.

La crisi stava divorando la città della scienza, quindi, tanto che due anni fa 100 dipendenti di Città della Scienza hanno bloccato le vie di accesso alla struttura. C’erano in ballo 3 mensilità arretrate, 8 milioni di crediti maturati e soprattutto il futuro lavorativo.

Quindi sicuramente l’incendio non ha colpito un “fiore all’occhiello del sud”. Ma viene anche un altro dubbio: non è che qualcuno abbia voluto dar fuoco alla struttura ormai sempre più in declino per mandarla definitivamente in fumo e costruire lì qualcos’altro?