Clandestini occupanti abusivi: Italia spaccata. Abbiamo paura perfino dei cinghiali…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Agosto 2017 - 07:02 OLTRE 6 MESI FA
Clandestini occupanti abusivi: Italia spaccata. Abbiamo paura perfino dei cinghiali...

Clandestini occupanti abusivi: Italia spaccata. Abbiamo paura perfino dei cinghiali… (foto Ansa)

C’è del comico nella vicenda degli sgomberi e dei migranti clandestini e occupanti abusivi. Sarebbe da ridere se non fosse da piangere, scrive Cronaca Oggi.

Siamo in piena confusione mentale, abbiamo paura anche di offendere i cinghiali. A Savona hanno persino fatto una battuta anticinghiali senza armi per allontanarli dalle spiagge e spingere verso le colline il branco di cinghiali che da settimane raggiunge il litorale savonese seminando terrore fra i bagnanti.

Intanto l’ex sindaco di Sestri levante, Lavarello si è scontrato in moto con un branco di cinghiali e si è ferito

Ha ragione Laura Boldrini quando dice che stiamo dando una “pessima immagine del nostro paese”. Però non nel senso che intende lei. La pessima immagine è quella di un Paese e di un Governo incapaci persino di affrontare un problema di ordine pubblico relativamente modesto come quello del palazzo occupato abusivamente a Roma da un gruppo di immigrati, clandestini e no, in forte odore di illegalità e violenze. Nel palazzo dei migranti, subaffitti a irregolari a 10 euro. IIl racket delle occupazioni: nel palazzo soldi, estorsioni violenze.
Minniti sperava nel gran colpo e ha mandato i poliziotti a sgomberare. Come giustamente dice Roberta Lombardi del M5s, “la reazione della polizia fa parte della gestione dell’ordine pubblico ed era tutto sommato prevedibile davanti alla resistenza”. Il Movimento 5 stelle è diviso fra i sostenitori di Luigi DI Maio che difende Virginia Raggi e Roberto Fico, in corsa per la leadership. 
Le reazioni  sono state forti, da dentro il Pd e dal Vaticano, per non parlare del coro delle Boldrini. Così Minniti cambia le regole: niente sgomberi degli abusivi se non hanno casa. I prefetti potranno requisire edifici. Si studia utilizzo beni delle mafie. Il dietro front, se tale è, costituirebbe fonte di imbarazzo anche per Paolo Gentiloni, che poche ore prima della clamorosa rivelazione aveva fatto sapere di essere totalmente a fianco di Minniti sulla linea della fermezza. L’unica, bisogna ricordare, che può fare sperare al Pd un minimo di tenuta elettorale.
Hanno aspettato 4 anni. e hanno combinato un bel pasticcio fra Prefetto e Comune.
Ora ci spiegano che Prefetto, donna e SIndaco, donna, non corre buon sangue nemmeno si parlano. Francesco Grignetti sulla Stampa di Torino scrive di “manifesta incomunicabilità tra prefetto Paola Basilone e sindaco Virginia Raggi, le due primedonne di Roma, al Viminale è considerata come il vizio d’origine di questa storia”.
Virginia Raggi si affida alla Stampa. Si fa intervistare e rivela che metà degli sgomberati non ha accettato le sistemazioni proposte dal Comune. Conferma il Messaggero. Preferiscono stare accampati in strada. Vogliono vedere prima le fotografie degli alloggi.
Ma il cupio dissolvi che corrode l’anima della sinistra da quando è morto il Pci sta minando le basi. Il presidente del Pd Matteo Orfini parla per tutti:

“Quello che è accaduto a Roma in questi giorni non è normale. E non lo deve diventare. Non si può continuare a pensare che un dramma sociale possa essere ridotto a questione di ordine pubblico». E ancora: «A essere inadeguata è stata anche la gestione da parte delle forze dell’ordine. Non si esegue uno sgombero con quelle modalità e non lo si fa senza una adeguata soluzione alternativa. Soprattutto, non si risponde alla povertà con le cariche e con gli idranti”.

La povertà giustifica ogni illegalità. È la via italiana al socialismo. Ditelo a Stalin.

Sullo sfondo il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che sfrutta l’occasione per un po’ di visibilità, dopo avere lanciato l’allarme bufala di bloccare l’acqua a Roma perché un lago sembrava prosciugato. C’è un po’ meno acqua, è vero, ma il lago è ancora quasi tutto lì.