Equitalia non perdona Renzi: Non arriva al 2018. Sarà vero?

Pubblicato il 29 Maggio 2016 - 06:07 OLTRE 6 MESI FA
Equitalia non perdona Renzi: Non arriva al 2018. Sarà vero?

Equitalia non perdona Renzi: Non arriva al 2018. Sarà vero? Forse l’idea gli è venuta scambiando barzellette con i potenti della terra: meglioche al bar di Rignano, qui i drink ‘un si pagano

ROMA – Equitalia non perdona, nemmeno Matteo Renzi. Almeno a sentir lui. Per una multa non pagata, dice che dovrà ora versare alla piovra del Fisco ben 2 mila euro. Se non è vera è ben pensata. Per quel poco che si è visto di Renzi, la storia della cartella potrebbe anche essersela inventata, in una sopraffina mossa demagogica che lo accomuna a milioni di italiani.

Resta il fatto che l’episodio gli ha dato lo spunto per far confermare la profezia della fine di Equitalia entro il 2018 e la sua sostituzione con un sistema di pagamenti via sms. Se poi nessuno manderà quei dannati sms e le casse dello Stato piangeranno, nel frattempo, spera forse Renzi, avrà una tale maggioranza in Parlamento, anzi, alla Camera rimasta sola a decidere, che per l’esazione potrà affidarsi direttamente ai Carabinieri o agli Agenti di custodia o alle forze speciali in assetto di guerra.

L’episodio dei 2 mila euro è raccontato da Marco Conti sul Messaggero di Roma. Renzi è  in Giappone, a Ise-shima, il G7 è finito, è finita la conferenza stampa, i giornalisti italiani lo circondano, è rilassato (e probabilmente anche un po’ gasato per il jet leg e il fuso orario) e dice:

“Ho appena ricevuto un messaggio da mia moglie. Dice che mi è arrivata una cartella di Equitalia da pagare”.

Renzi, racconta Marco Conti,

“traffica con il cellulare e poi racconta: «Devo pagare duemila euro! E sa perché? Mi sono perso una multa, dovevo pagarla ma l’ho smarrita. Mia moglie me l’aveva data da pagare, ma io l’ho persa e poi me ne sono dimenticato. Ora mi tocca tirar fuori duemila euro ad Equitalia per una contravvenzione di tre anni fa», ammette rassegnato ma senza sentirsi troppo colpevole nei confronti del fisco e, soprattutto, della consorte che deve averlo appena rampognato via cellulare”.

La contestazione della multa risalirebbe ai concitati giorni del conferimento dell’incarico a primo ministro:

“Erano i giorni dell’incarico con le riunioni, gli incontri al Quirinale! Mi è proprio passata di mente e non l’ho nemmeno più cercata”.

La storia lascia margini al dubbio. Renzi era sindaco di Firenze e un sindaco di una città così importante ha una schiera di segretarie e commessi cui affidare il compito di pagare la multa. Dove è stata presa? a Firenze? Ma se si muoveva in bicicletta… E anche a Roma, nel caso, era ormai presidente del Consiglio in pectore e girava circondato da scorte e assistenti. Dove può aver preso la multa?