Fincantieri, Macron si rimangia la parola. I francesi si son comprati mezza Italia senza un mezzo ma…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Giugno 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Fincantieri, Macron si rimangia la parola. I francesi si son comprati mezza Italia senza un mezzo ma...

Fincantieri, Macron si rimangia la parola. I francesi si son comprati mezza Italia senza un mezzo ma…

ROMA – Fincantieri, Macron si rimangia la parola. I francesi si son comprati mezza Italia senza un mezzo ma… Una decina di fornitori francesi della Stx sono pronti a entrare nel capitale dei cantieri navali di Saint Nazaire. Lo ha annunciato la regione Pays de la Loire in un comunicato.

“Questo scenario alternativo lascerebbe la direzione industriale a Fincantieri, con il vantaggio di non posizionare il gruppo italiano in una situazione di maggioranza” ha detto Bruno Retailleu, presidente della regione, secondo il quale una situazione simile permetterebbe “allo Stato e agli attori economici del paese di riappropriarsi di un gioiello” dell’industria navale francese e di “preservare gli interessi strategici” della nazione.

Secondo un accordo concluso ad aprile con il precedente governo di Francois Hollande, Fincantieri dovrebbe rilevare il 48% dei cantieri navali, insieme alla Fondazione Cr Trieste, a cui andrebbe circa il 6%. Lo stato francese manterrebbe il controllo del 33% della società, mentre alla Dcns dovrebbe andare il 12%. Poi, appena istallatosi all’Eliseo, il nuovo premier Macron, a parole acceso e convinto europeista del libero scambio di merci e capitale nel continente, si è rimangiato la parola di Hollande.

Non c’è che dire, sembra che i francesi possano fare shopping di imprese italiane quando e come vogliono ma se succede il contrario il totem dell’interesse strategico nazionale si riaffaccia puntuale. Dopo i casi di Bnl, Parmalat, Vodafone ecc… dovremmo almeno capire la lezione: destra e sinistra italiane pari sono, da Berlusconi a Gentiloni (informato da Macron non ha mosso un dito), non capiscono che la reciprocità nei rapporti d’affari trasnazionali è un principio da difendere a prescindere.

Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi ricorda le scorrerie francesi ai danni degli interessi italiani, dal gas algerino al petrolio di Gheddafi, dal tentativo di Bolloré di accaparrarsi Mediaset al dossier Fincantieri con l’ingresso caldeggiato da Macron del cliente Msc il cui direttore finanziario è il suo attuale capo di gabinetto.

I francesi, ad esempio, hanno messo le mani sulla Bnl con la Bnp. Hanno acquistato, senza che il governo italiano ci mettesse becco, tramite il Crèdit Agricole, la Cassa di risparmio di Parma-Piacenza-Vigevano (trasformandola in un gioiello) e adesso puntano ad acquisire anche le banche di Cesena, di Rimini e di San Miniato. Sempre l’Agricole (attraverso Amundi) ha acquistato da Unicredit (il cui prestigioso a.d. è francese) la società Pioneer, che opera nel settore strategico del risparmio gestito. Inoltre l’a.d. delle Assicurazioni generali è un altro francese.

Mediobanca, il cui azionista principale è l’Unicredit, gestito, come dicevamo, da un francese (abilissimo, per carità) ha come azionista irrequieto e in crescita anche Vincent Bolloré. Intanto anche Telecom è diventata francese. Mentre Luxottica si è fusa con Essilor: l’azionista di riferimento, per il momento, resta l’ultraottuagenario Del Vecchio mentre il cuore (anche borsistico) diventerà sempre più francese. In campo lattiero i francesi si sono assicurati il gigante Parmalat. E sono in corso operazioni ostili nei confronti di Mediaset. (Pierluigi Magnaschi, Italia Oggi)