Giorgio Gori: riforma Delrio delle province “confusa e un po’ sbilenca”, rotto tabu

Pubblicato il 8 Novembre 2014 - 10:24 OLTRE 6 MESI FA
Giorgio Gori: riforma Delrio delle province "confusa e un po’ sbilenca"

Giorgio Gori fuori dai denti: la riforma Delrio delle province è “confusa e un po’ sbilenca”

BERGAMO – Giorgio Gori a testa bassa contro Graziano Delrio, colpi sotto la cintura nell’entourage di Matteo Renzi. La riforma delle Province, capolavoro pasticcio di Graziano Delrio, ha detto Giorgio Gori, più noto come marito di Cristina Parodi ma che da giugno è sindaco di Bergamo, è

“ancora abbastanza confusa e un po’ sbilenca nei risultati”.

Glielo ha detto in faccia, senza pudore, all’impassibile Graziano Delrio, seduto in prima fila. Giorgio Gori, parlando alla XXXI assemblea annuale di Anci, ha rotto un tabù di ipocrisia in cui i politici, tutti complici da destra a sinistra, e i giornali, incapaci di leggere le cose che scrivono, hanno avvolto una delle più grosse porcate del Governo Renzi.

La cronaca dell’Eco di Bergamo riferisce che secondo Giorgio Gori

” occorre lavorare per definire il prima possibile le aree omogenee per una gestione condivisa dei servizi tra i Comuni; occorre, inoltre, costruire un patto tra Province e Comuni capoluoghi per ridurre, sempre grazie al principio della gestione condivisa, le rispettive spese di gestione.

Ad ascoltare la sua relazione erano presenti, tra gli altri, i ministri Graziano Delrio, Maria Elena Boschi, Maria Anna Madia, Maria Lanzetta, il presidente di Anci Piero Fassino e i sindaci di Roma, Napoli e Genova.

«Durante il mio intervento – sottolinea Gori – ho sottolineato come siano totalmente condivisibili gli obiettivi di semplificazione e risparmio che il g

Governo vuole perseguire: ma la scelta attuata con la riforma Delrio delle Province è, quanto meno, un po’ sbilenca nei risultati. Il profilo della riforma è ancora abbastanza confuso: le funzioni, in teoria, non sono ancora definite, ma, nei fatti, sono rimaste le stesse delle vecchie Province. In compenso le risorse si sono volatilizzate».

Questa situazione, prosegue Gori, «impone tagli drammatici»”.