Grillo eversore, la marcia su Roma spaventa Rodotà ma non basta

Pubblicato il 20 Aprile 2013 - 19:37| Aggiornato il 3 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

L’ elezione di Giorgio Napolitano mette tutti in pace, tranne Beppe Grillo e i suoi.

Ne esce un po’ malconcio Stefano Rodotà, trascinato in un situazione assai imbarazzante, dalla vanità e dalle sirene intellettuali ma un po’ troppo stonate perché un uomo di tale esperienza non si accorgesse della trappola.

Un raffinato giurista, uomo da frequentazioni altolocate e salotti di broccati, vellutini e liquori di marca, nelle mani di un energumeno turpiloquente: la stessa affinità che c’è fra la seta e il marmo.

Alla fine Rodotà si è trovato ostaggio di una situazione che non era in grado di controllare e ha dovuto prendere le distanze dal suo sponsor Beppe Grillo, che lo aveva estratto dal cilindro dopo l’incursione degli hacker sulle Quirinarie e che, spiazzato dalla conclusione Napolitano, ha perso la testa è ha improvvisato una marcia su Roma, anche se poi ha fatto marcia indietro, che rende sempre più evidente il carattere eversivo del suo Movimento 5 Stelle.

Gli uomini, non solo gli italiani, non amano la storia, che se non si ripete talvolta presenta preoccupanti analogie e costanti. Sarò una coincidenza, ma sia Mussolini sia Hitler andarono al potere per vie legali, con l’aiutino di un po’ di eversione, marcia su Roma inclusa, ma partendo da una solida base di voti, attorno a un quarto dei suffragi: una inquietante analogia con i voti di Beppe Grillo.

Non è solo la cabala che deve preoccupare: preoccupa di più lo stesso disprezzo per i partiti manifestato da Beppe Grillo in assonanza con Hitler. Quanto dell’aula sorda e grigia di Mussolini rimbomba nelle strampalate parole di Beppe Grillo.

Quello che preoccupa ancor più è il ricorso della indulgenza buonistica verso un eversore, che, quasi cent’anni fa, manifestarono le élites politiche e economiche del tempo verso un Mussolini che speravano gli evitasse i fastidi del comunismo per tornare poi tranquillo a cuccia; e che oggi viene invece espressa da un nucleo di intellettuali, sempre di élite, sempre di classe alto borghese ma di fede di sinistra anche estrema, di matrice fra la sinistra del Psi e il Pci più roccioso, ma aristocratici nei gusti e nella provenienza tutti.

Sperano che Beppe Grillo gli pulisca le stalle e poi vada a cuccia anche lui. Rodotà si è già bruciato un dito. Ai gatti basta: basterà a Paolo Flores D’Arcais e Barbara Spinelli e a quanti vivono con entusiasmo il riflesso della firma di manifesti in tempo reale?