Repubblica o Corriere, chi vende di più? Digitale gara a chi ce l’ha più lungo

Pubblicato il 10 Maggio 2013 - 04:15 OLTRE 6 MESI FA
mauro ezio de bortoli

Ezio Mauro e Ferruccio De Bortoli in versione bronzi di Riace: ora la gara è nelle copie digitali

Repubblica o il Corriere della Sera? Quale il più diffuso in Italia? Specchio delle mie brame: quale è il primo quotidiano del reame?

Sembra ormai una gag che si ripete ogni mese: ciascuno dei due giornali afferma: sono io. E Italia Oggi, che potrebbe essere l’arbitro, cioè lo specchio, da ragione a tutti e due. E con un terzo incomodo, il Sole 24 Ore.

Ha scritto Repubblica:

“La Repubblica conferma il suo primato di quotidiano di informazione più venduto nelle nostre edicole. I dati dell’Ads (l’Accertamento diffusione stampa) certificano che il giornale diretto da Ezio Mauro ha toccato — in media, ogni giorno — quota 327 mila 587 copie. L’indagine si riferisce a marzo 2013. Il più diretto concorrente, il Corriere della Sera,si ferma a 315 mila 117 copie giornaliere”.

Scrive il Corriere della Sera:

“Il Corriere della Sera si conferma il primo quotidiano nazionale con una diffusione media giornaliera di oltre 479 mila copie, fra cartacee e digitali su Ipad, tablet e dispositivi vari. La leadership è certificata dai dati Ads (Accertamento diffusione stampa) relativi al mese di marzo”.

Scrive Italia Oggi;

Il Corriere della Sera “resta sempre primo anche considerate le diffusioni totali, cartacea + digitale(479.246). Repubblica, per contro, mantiene la supremazia nelle edicole, di poco più di 12 mila copie”.

Il Sole 24 Ore rivendica il suo posto ovviamente al sole:

“Ha consolidato il suo terzo posto sul fronte della diffusione e della vendita “cartacea+digitale” con le 287.443 di marzo. Anche sul fronte vendite le 261.654 copie di marzo sono superiori alle 259.498 di febbraio”.

Intanto fra i tre principali quotidiani italiani si è aperto un nuovo terreno di competizione, quello delle copie digitali. Per essere una novità, quello delle copie digitali rischia di diventare una palude peggiore delle copie in edicola, tra abbonamenti collettivi, aziendali, bundle. Anche in questo gli editori dimostrano che i numeri chiari e semplici non sono il loro forte.

Scrive Repubblica:

“Le copie digitali di Repubblica, visibili ad esempio su tablet o smartphone, sono 48 mila 477 (contro le 44 mila 252 del Corriere). Questo dato comprende le singole copie digitali ed anche le copie “multiple”. Capita sempre più spesso che uno stesso soggetto, metti un’azienda, acquisti un pacchetto di accessi ad un giornale per i suoi dipendenti, che vengono tutti conteggiati come singoli abbonati alla testata”.

Il Corriere della Sera vanta

“58.492 digitali, quest’ultimo dato risulta però «penalizzato» dai criteri adottati per gli accertamenti: non vengono calcolate le copie vendute non ai singoli clienti ma a fornitori di device o operatori telefonici che poi le abbinano alla commercializzazione dei loro prodotti: considerando anche quelle «escluse» dalle regole le copie digitali del Corsera salirebbero quindi a 101 mila”.

Sul fronte del digitale, il Sole 24 Ore rivendica il primato

“con 58.949 copie vendute mediamente ogni giorno (abbonamenti compresi) a marzo, di cui 11.264 copie singole, cui si aggiungono 26.481 “vendite multiple”, in sostanza quelle ai grandi clienti e 21.204 nel “bundle”: l’abbinata carta-digitale”.

E gli altri quotidiani?

La Stampa: 191 mila 546, il Messaggero: 133 mila 118, Il Sole 24 Ore: 126 mila 832, Il Giornale: 119 mila, Qn-Il Resto del Carlino: 117 mila 396, il Fatto Quotidiano: 54 mila 285 copie, L’Unità: 23 mila 058.

Interessanti i dati dei quotidiani locali del Gruppo L’Espresso. A parte il Tirreno, che con 58 mila 030 copie appare lontano dai fasti della direzione di Luigi Bianchi, si segnalano per l’ottima tenuta La Nuova Sardegna con 45 mila 195 copie e  ilMessaggero Veneto con 43 mila.

Per la graduatoria completa guardare qui.