Rissa Letta-Grillo su barbarie, fascisti, assassini. Manifesto: “Grottesca”

Pubblicato il 4 Febbraio 2014 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA
Rissa Letta-Grillo su barbarie, fascisti, assassini. Manifesto: "Grottesca"

Norma Rangeri: “Grottesco”

La violenta randellata di Enrico Letta, primo ministro di una Italia in sfacelo, contro Beppe Grillo che ha accusato di “barbarie” ha lasciato sorpresi molti italiani.

Enrico Letta non ha detto una parola per i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che se non rischiano la condanna a morte in India, rischiano comunque pesanti quanto ingiuste pene detentive; non ha detto una parola a chi nel suo Governo ha voluto inferire contro i pensionati e violare i verdetti della Corte costituzionale. Poi improvvisamente il coniglio è diventato leone per una serie di ritorsioni mediatiche.

A questa sensazione diffusa di disagio, il Manifesto ha dato voce con questo titolo di prima pagina:

“Mentre l’Italia è sott’acqua e l’Europa ci accusa per corruzione devastante, Enrico Letta da Dubai si preoccupa di intervenire nella rissa contro la “barbarie” di Grillo”.

E il direttore, Norma Rangeri, ha commentato:

“In un paese abi­tuato a tra­durre il dramma in farsa, la vio­lenta bagarre par­la­men­tare del Movimento 5Stelle, tra­sfor­mata da Beppe Grillo in un lin­ciag­gio ses­si­sta con­tro la pre­si­dente della Camera [Laura Boldrini], è diven­tata una ridi­cola rissa dome­ni­cale da talk-show”.

La vicenda appare

“tanto più grot­te­sca per­ché arric­chita da una tem­pe­stiva dichia­ra­zione del Pre­si­dente del Con­si­glio, che pure sape­vamo occu­pa­tis­simo negli Emi­rati per tro­vare un ade­guato acqui­rente della nostra com­pa­gnia di bandiera.Nono­stante i pres­santi impe­gni inter­na­zio­nali, le dure cri­ti­che di Con­fin­du­stria, il disa­stro del paese sott’acqua, la botta dell’Unione euro­pea con­tro la deva­stante cor­ru­zione, Enrico Letta non ha voluto farci man­care la sua opi­nione sullo scon­tro tra Daria Bignardi, la con­dut­trice del pro­gramma “Le inva­sioni bar­ba­ri­che” (titolo per­fetto), e un ex con­cor­rente del “Grande Fra­tello” (all’epoca ani­mato pro­prio da Bignardi) oggi diven­tato un dipen­dente dell’ufficio stampa dei gruppi par­la­men­tari pen­ta­stel­lati.

«E’ scan­da­loso — attacca il pre­si­dente del con­si­glio men­tre ha accanto l’ignaro Sheikh Moha­med bin Zayed Al Nahyan — e non posso non com­men­tare le frasi folli di Grillo verso Daria Bignardi e suo marito».

Spiega in sin­tesi Norma Rangeri,

“è acca­duto che la con­dut­trice abbia ini­ziato l’intervista al par­la­men­tare gril­lino, Di Bat­ti­sta, chie­den­do­gli dei tra­scorsi fasci­sti del padre. Per tutta rispo­sta, l’ex con­cor­rente del “Grande Fra­tello” le ha scritto una let­tera aperta sul Blog di Grillo chie­den­dole come si sen­ti­rebbe lei se un inter­vi­sta­tore le chie­desse che effetto fa aver spo­sato il figlio di un assas­sino (il marito di Bignardi è Luca Sofri, figlio di Adriano Sofri)”.

In questo “sot­to­scala del dibat­tito poli­tico”, elabora Norma Rangeri,

“chi, tra i pro­ta­go­ni­sti della tele­no­vela, è senza pec­cato sca­gli pure la prima pietra” […]:

“Da una parte la stra­te­gia di Grillo e Casa­leg­gio che pia­ni­fi­cano la loro mac­china da guerra met­tendo in rete la pro­vo­ca­zione ses­si­sta per testarne l’effetto, pro­pa­garlo in tele­vi­sione e riti­rarlo quando ha avve­le­nato l’aria. Dall’altra la tele­vi­sione che risponde met­tendo a dispo­si­zione delle “isti­tu­zioni” i pro­grammi di prima serata (Laura Bol­drini a Rai­tre da Fazio, a La7 prima Di Bat­ti­sta e subito dopo, a mo’ di con­tro­canto, il giornalista-scrittore Cor­rado Augias, ieri sera chia­mato anche a “Ottoe­mezzo”), per stig­ma­tiz­zare i gril­lini come fascisti-eversori.

“Da una parte un nichi­li­smo par­la­men­tare fatto appo­sta per non otte­nere alcun risul­tato con­creto che smen­ti­rebbe l’inaffidabilità del par­la­mento. Dall’altra i rap­pre­sen­tanti delle ammac­cate e tra­bal­lanti isti­tu­zioni che hanno buon gioco a mesco­lare insieme il vero fasci­smo (l’incitamento allo stu­pro), con le forme cri­ti­ca­bili, estreme di un’opposizione fasulla”.