Roma. Piove in Campidoglio, costò 2,5 milioni riparare il tetto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Novembre 2014 - 11:59 OLTRE 6 MESI FA
Roma. Piove in Campidoglio, costò 2,5 milioni riparare il tetto

Roma. Piove in Campidoglio, costò 2,5 milioni riparare il tetto

ROMA – Piove nell’ Aula Giulio Cesare del Campidoglio a Roma, il cuore del cuore del Comune che governa le sorti della Capitale d’Italia.
Repubblica, che nel gioco della torre butta giù il sindaco Ignazio Marino e porta sugli scudi il presidente del Lazio Nicola Zingaretti, non perde palla, anche se, a leggere la notizia, c’è da pensare che Ignazio Marino, per una volta, non abbia colpa, perché quattro anni fa non era lui il sindaco, ma l’ex camerata Gianni Alemanno che Marino è riuscito a fare rimpiangere anche alla maggior parte di chi lo aveva votato.

Marino ha strozzato Roma chiudendo al traffico privato via dei Fori Imperiali per pura ideologia pseudo ambientalista, ha lasciato Roma in mano a prostitute, zingari, scippatori,artisti di strada, mendicanti molesti, entrando in rotta di collisione con la Questura e abdicando l’ordine pubblico al suo vice Luigi Nieri, che ora il Pd giustamente vorrebbe allontanare, quello che al telefono intercettato dava consigli e copertura alla leader di una occupazione abusiva.

Non è che l’eroe di Repubblica che ora sta studiando da sindaco, Nicola Zingaretti, sia molto meglio per i cittadini però è più abile e soprattutto meno extraparlamentare e più comunista: l’addizionale Irpef dice di non volerla applicare, promette tagli di costi che non ci saranno mai, poi si scopre che l’addizionale la pagheranno solo “i ricchi”, quelli da 1.500 euro netti in su al mese, un contribuente su quattro. Negli altri ci sono i “poveri” e i “nullatenenti”, in parte tali in parte puri evasori.

Il titolo della notiziola sul buco nel tetto di Ignazio Marino è “Piove in Campidoglio, il restauro costò 2,5 milioni”

Poi sotto si legge: “La pioggia ieri è arrivata durante l’assemblea capitolina del Comune, poco dopo la chiusura dei lavori. E si è corso ai ripari piazzando un secchio per raccogliere l’acqua che cade dal soffitto.

Anche durante l’ultimo nubifragio che si era abbattuto sulla Capitale la pioggia era entrata nell’aula del consiglio comunale (restaurata nel 2010 e costata 2,5 milioni di euro): solo macchia da infiltrazione”.