Salerno contro De Luca e l’archistar… la memoria va a Piacentini

Pubblicato il 19 Giugno 2012 - 15:00 OLTRE 6 MESI FA

SALERNO – C’è un episodio che riporta alla mente Marcello Piacentini, l’architetto del duce: è l’opera tanto contestata a Salerno e voluta dal sindaco Vincenzo De Luca: si chiama Crescent (in inglese mezzaluna, la forma del progetto) ed è secondo il sindaco “il simbolo dell’Italia moderna”. Ma evidentemente solo per lui, che ha investito nell’opera 200 milioni di euro e chiamato un archistar come Ricardo Bofil. Non lo è per i tanti che si sono schierati contro l’opera e che hanno ottenuto che fosse bloccata.

La storia di De Luca e di Bofil e del Crescent ricorda tanto, ovviamente con i dovuti distinguo, quella di Benito Mussolini e del “suo” archistar altrettanto contestato, Marcello Piacentini.

I progetti erano simili: per entrambi il fine ultimo, sia Mussolini all’epoca che De Luca oggi, è trasformare la propria città in qualcosa di più moderno  mettercisi anima e corpo. De Luca ha addirittura chiesto che le sue ceneri siamo custodite proprio lì.

In entrambi i casi gli architetti sono famosi e in entrambi i casi molto contestati. Per quanto riguarda il Crescent, Vittorio Sgarbi l’ha definito “uno spaventoso ministero staliniano”. Per gli ambientalisti quel serpentone di cemento lungo 280 metri e alto 28 su uno dei lungomare più suggestivi d’Italia è ormai “il mostro di Salerno”. Tanto da costituire un comitato trasversale che ha studiato a lungo tutte le carte, prodotto studi tecnici ed esposti giudiziari e ora ha vinto a sorpresa una prima battaglia, ottenendo dal Consiglio di Stato lo stop ai lavori.