Stefano Fassina: blocco regole lavoro, assunzioni statali. New Deal alla gricia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Febbraio 2014 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA
Stefano Fassina: blocco regole lavoro, assunzioni statali. New Deal alla griciaROMA – Stefano Fassina, che fu vice ministro dell’Economia nel Governo Letta e ora guida la dissidenza  contro Matteo Renzi nel Pd, dice una cosa che tanti pensano in Italia e fuori:
“In quale Paese il segretario del principale partito di governo sostiene che è fallimentare l’esecutivo di un premier del suo partito? Noi abbiamo chiesto solo di sciogliere questa ambiguità. Renzi l’ha sciolta, ma la scelta politica è stata sua”.
Poi, intervistato da Tommaso Ciriaco per Repubblica, scivola nell’utopia di una sinistra un po’ datata e superata e soprattutto incompatibile con l’aritmetica di una sana economia anche se rifiuta l’etichetta di sinistra e rivendica quella di “buon senso”.
Occorre intervenire, sostiene,
“per spezzare il circolo vizioso tra recessione, disoccupazione e aumento del debito pubblico”.
Il lavoro, aggiunge,
“è una vicenda macroeconomica”.
Poi fa tremare il pensiero che uno che dice le parole riportate sotto abbia avuto un ruolo quasi da ministro in una repubblica democratica non socialista ma occidentale:
“Le regole del mercato del lavoro sono marginali, puntiamo su maggiori attività produttive, flessibilizzazione dei tempi di lavoro, contratti disolidarietà, incentivazione del part-time. E pensiamo che la disoccupazione giovanile vada attaccata con il servizio civile per il lavoro”.
Che vuole dire bloccare tutto, tenere congelate le regole del lavoro e procedere ad assunzioni in massa di giovani e di disoccupati. Lo fece anche Franklin Delano Roosevelt con il New Deal, ma in America, specie negli anni ’30, entri e esci dagli impieghi senza precariati, stabilizazioni, tar ecc. E con che finanziare una operazione di quelle dimensioni?

Con una bella patrimoniale da 400 miliardi, come auspicano Fabrizio Barca e Berlusconi che così vincerebbe a colpo sicuro le elezioni?