Terremoto, bufale: “Agli immigrati €32 al giorno? Solo 2,50”. Ma lo Stato inetto bufala non è

Pubblicato il 29 Agosto 2016 - 07:41 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto, bufale su immigrati ma lo Stato inetto bufala non

Terremoto, tante bufale sugli immigrati (nel disegno dsll psgina fb Svegliati una soluzione forse un po’ troppo liberatoria) ma lo Stato inetto bufala non è

Terremoto e bufale. Terremoto e immigrati: pur di pescare nel torbido, c’è chi ne inventa di tutti i colori, anche i più torbidi. Un intervento di Giuglielmo Pepe su Facebook ha aperto un dibattito di una certa intensità e spessore. Ha scitto Guglielmo Pepe, giornalista di grande mestiere, capace di miracoli editoriali come il supplemento Salute di Repubblica:

“Leggendo le bufale e le menzogne che circolano sul web, e non solo relativamente al terremoto, penso che sia giunto il momento di usare tutte le armi legali a disposizione per cercare di limitare la disinformazione crescente. Una potrebbe essere la denuncia alla magistratura.
Perché chi scrive che agli immigrati che non lavorano vengono dati 32 euro al giorno, è un mascalzone: quello è il costo complessivo per l’accoglienza di una persona. In tasca ad un immigrato vanno 2,50 euro al giorno.
Ecco: vorrei capire se chi diffonde tali menzogne può essere denunciato in quanto fomentatore di odio sociale.
Su Twitter ho già invitato le persone che sono d’accordo con Salvini e con le pulsioni razziste della Lega, a non seguirmi più.
Qui faccio un passo in più perché non solo chiedo di togliere l’amicizia ma voglio capire se la strada della magistratura sia percorribile.
I social network stanno diventando sempre di più una fogna, ed è troppo facile dire “esco e me ne frego”. Invece penso che contrastare i rabbiosi, i fomentatori di odio, gli speculatori politici, gli speculatori economici (più contatti hai più probabilità ci sono di fare soldi con la pubblicità), sia oggi una delle battaglie democratiche più interessanti.
Se il consenso e il dissenso si formano anche grazie al web, dobbiamo fare uno sforzo per limitare i danni prodotti da chi vuole strumentalizzare l’indignazione popolare (che spesso è più che giustificata).
Spero che le mie poche amicizie condividano questa scelta e la mettano in pratica sui loro profili”.

Rosalba Leoni lo ha confortato:

“Dopo l’ultimo post sulla vergognosa strumentalizzazione degli immigrati che occupano alberghi di lusso a discapito dei terremotati, un bel po’ dei miei contatti mi hanno abbandonato, con mio sommo piacere”.

C’è chi si è detto in disaccordo, come Horace Palombo:

“No non condivido niente….anzi rivendico il ” diritto di esprimere il mio massimo dissenso e critica contro chiunque voglia ” minacciare” denunce sulla libertà di espressione e non essere solo la prerogativa di certa ” stampa ” che attraverso forbite parole offende quotidianamente l’intero popolo italiano…..si potrà anche non offendere con parole , ma le ricordo che le minacce sono gia una offesa. C’è un intero popolo in sofferenza e con le mie parole difendo il popolo…..con qualsiasi parole…”.

Replica Guglielmo Pepe:

“Il dissenso, l’opinione, la critica, è una cosa che va sempre salutata con piacere. Se fossi contro il dissenso mi darei la zappa sui piedi viste le mie critiche decennali nei confronti delle politiche della salute nel nostro Paese.
Ma io mi riferisco alle false “notizie”, alle bufale, alla disinformazione, che sono un’altra cosa. Dare spazio a queste cose ci porta dritti dritti nella barbarie mediatica. Per quel che mi riguarda finché potrò stare in questo spazio virtuale, combatterò la barbarie “culturale”.

Anna Vaccarelli interviene:

“Sono d’accordo con Guglielmo Pepe, sono stufa e indignata dalle sciocchezze offensive, insulse e vergognose che leggo, ma dubito che si possa intervenire con la magistratura sulle assurditò e le menzogne pubblicate. Penso invece che (quasi) tutti sanno accedere ai social (che non è l’intero universo della rete) ma ora bisognerebbe insegnargli ad usarli, ripartendo dai concetti basilari di educazione, convivenza civile, rispetto delle regole: sono valori che non vengono “sospesi” nella rete e i social non sono un luogo dove le regole non esistono”.

Un contributo che considera più aspetti del problema viene da Petro Laviano, sulla pagina Svegliati:

“Gli immigrati non c’entrano nulla con il terremoto… Chi fa degli indebiti parallelismi tra terremotati e immigrati è un imbecille. Però mi aspetto che lo Stato italiano soccorra la popolazione delle zone terremotate con celerità e non le lasci alla sbaraglio come più volte è successo . In Emilia ci sono persone ancora senza casa. Persone che hanno perso tutto a cui han fatto pagare la Imu sul box rimasto in piedi. Ecco sono queste cose che devono far incazzare i cittadini.

Le tendopoli ed i container sono i mali minori e l’unica alternativa per tenere la popolazione nel luogo dove si è verificato il sisma. Ma questo non deve essere una scusa perché le persone ci stiamo per degli anni. Le inevitabili accise sui carburanti che seguiranno vengano realmente utilizzate per finanziare la ricostruzione. Che le autorità vigilino per evitare corrutele, tangenti ecc.ecc. Ecco questo mi aspetto da uno stato civile, ma l’Italia troppo civile non è”.